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Saturday, July 31, 2010

Un Sole così non si era mai visto

Articolo tratto da : Focus.it






















Mai prima d'ora dallo spazio ci erano arrivate immagini così straordinarie della nostra stella. Tutto grazie a un nuovo telescopio spaziale della Nasa.
Si chiama Solar Dynamics Observatory (SDO) e rivoluzionerà le nostre conoscenze sul Sole. Ecco le prime stupefacenti foto.

La Natura supera il CERN? Feed RSS dell'articolo Aggiungi questo articolo ai tuoi preferiti

a cura di Vincenzo Zappala

tratto da astronomia.com

Tutto denaro sprecato? Sicuramente no. Tuttavia, una ricerca svolta nell’Università di Bath, storica città inglese, ha scoperto che durante i temporali si formano giganteschi acceleratori di particelle a circa 40 km d’altezza sopra la superficie terrestre. Più potenti e meno costosi del LHC …

Durante la scarica di fulmini particolarmente intensi si creano le condizioni affinché le particelle ad alta energia provenienti dallo spazio (raggi cosmici) interagiscano con i campi elettrici temporaleschi, producendo un gigantesco (e a buon mercato) acceleratore di particelle simile a quello che è stato con gran fatica costruito al CERN di Ginevra. La Natura si sta prendendo una bella rivincita: ciò che l’uomo stenta a ottenere con anni di lavoro e milioni e milioni di euro, viene ottenuto semplicemente e completamente gratis.

Gli elettroni presenti nelle molecole d’aria vengono “strappati” dai raggi cosmici e subiscono una fortissima accelerazione causata dal campo elettrico creato dai fulmini. In altre parole, i raggi cosmici liberano elettroni che poi i campi elettrici accelerano naturalmente. Meraviglioso! Questi elettroni si riuniscono in stretti fasci che si propagano dai livelli più bassi dell’atmosfera (troposfera), attraversano la media atmosfera e giungono nello spazio dove vengono intrappolati dal campo magnetico nelle sue fasce di radiazioni (Van Allen) e possono causare seri problemi ai satelliti artificiali. Teniamo conto che questi eventi collisionali, rapidissimi, possono avere la potenza di una piccola centrale nucleare.

Fenomeni simili erano già stati ipotizzati nello studio degli “sprite” (folletti), fulmini che avvengono a grandi altezze sopra le nuvole temporalesche dando luogo a una varietà di fenomeni luminosi dalle forme più strane (Fig. 1). Si è ora visto che gli acceleratori naturali di particelle coincidono in qualche caso proprio con questi “sprite”.

La prima immagine a colori di uno “sprite”

Fig. 1 - La prima immagine a colori di uno “sprite”, ottenuta nel 1994 da un aereo da alta quota sopra l’Alaska. Il color rosso è dovuto a emissioni di azoto fluorescente eccitato da un fulmine avvenuto nel temporale sottostante. Un bellissimo UFO, non vi pare?

Per dovere d’informazione, già nel 1925 il Premio Nobel C.T. Rees Wison aveva ipotizzato queste condizioni particolari sopra le grandi nuvole temporalesche.

E’ veramente sconvolgente l’idea che mentre noi cerchiamo di far collidere le particelle sotto terra per evitare qualsiasi contaminazione, madre Natura lo faccia parecchi chilometri sopra la nostra testa. A parte gli scherzi (al CERN si possono dominare gli scontri, scegliere i proiettili e mille altre cose), è fantastico pensare che questi acceleratori naturali ci mostrino uno stupendo esempio di interazione tra il nostro piccolo pianeta e il ben più vasto Universo, da cui provengono appunto i raggi cosmici.

Uno splendido spettro o folletto luminoso

Fig. 2 - Uno splendido spettro o folletto luminoso (“sprite”), osservato sopra un temporale nel settembre del 2009 in Francia. Non vi sembra di vedere una specie di volto diabolico. Che ci stia avvisando del 2012? Sto scherzando, ovviamente!!

Friday, July 30, 2010

STA PER NASCERE LA NUOVA ASSOCIAZIONE NAZIONALE CHE STUDIERA' I FENOMENI AEREI ANOMALI E CHE FARA' DIVULGAZIONE ASTRONOMICA


Cari amici lettori, vi informo che sta per nascere la nuova associazione che si occuperà di fare ricerca astronomica e divulgazione, ma soprattutto si occuperà di rilevamenti atmosferici e ambientali. Sono molti infatti i fenomeni di questo tipo ancora poco conosciuti , come ad esempio gli sprite, fulmini che vanno dal basso verso l'alto ad altissimo potenziale e che possono causare gravi problemi ai voli aerei. Vi sono poi molti altri fenomeni che vale la pena studiare, eppoi ci sono gli OVNI ( Oggetti Volanti Non Identificati) o F2A ( Fenomeni Aerei Anomali). L'associazione, che ha già un nome , verrà rivelato a tempo debito, collaborerà con alcuni atenei e oltre ad occuparsi di osservazioni e studi di tipo astronomico e rilevamenti atmosferici da eseguire sul campo, si occuperà anche di formare i propri membri con appositi seminari che saranno accessibili al solo costo dell'iscrizione alla associazione e le spese per il materiale didattico. Se foste interessati a ricevere informazioni in merito scrivete pure a questo indirizzo e-mail - oliviero65@gmail.com-

Cieli sereni a tutti

Materia oscura nel cuore del Sole?

Postati in Astronomia su 30 luglio 2010 da Sabrina

di Michele Ferrara, Direttore Responsabile de L’Astrofilo

E’ un’ipotesi molto suggestiva e potrebbe essere anche qualcosa di più di un’ipotesi. Ad avanzarla è Stephen West, del Department of Physics at Royal Holloway, University of London, che dice: “La materia oscura rappresenta più dell’80% della massa totale dell’universo. Sappiamo che esiste, ma finora non è mai stata prodotta in laboratorio, né osservata nel corso di esperimenti, cosicché abbiamo pochissime informazioni su che cosa realmente sia. E’ importante valutare tutte le possibili vie per dimostrare la natura della materia oscura, e il Sole può fornirci un inatteso laboratorio nel quale farlo“.

L’ipotesi poggia sull’abbondante presenza di materia oscura negli aloni galattici, fatto che sembra ormai accertato attraverso la sua interazione con la materia visibile negli ammassi di galassie. Anche la nostra galassia possiede dunque un alone di materia oscura e tutte le stelle che orbitano attorno al centro vengono a contatto con essa e le particelle che la compongono possono collidere con quelle della tipica materia stellare.

Il Sole non fa eccezione, e nel corso delle numerose orbite finora descritte attorno al centro della Galassia (una ventina) può aver accumulato un cospicuo quantitativo di materia oscura, che simulazioni al computer indicano concentrata nel nucleo. Le simulazioni indicano anche che la materia oscura rivestirebbe un ruolo che potremmo, forse impropriamente, definire convettivo, poiché sarebbe in grado di trasportare efficacemente il calore del nucleo al di fuori di esso, negli strati superiori, raffreddandolo e limitando così la produzione di neutrini, tipico sottoprodotto delle reazioni nucleari che avvengono nel centro del Sole.

Attraverso un adeguato studio dei neutrini (tutt’altro che semplice, vista la loro predisposizione naturale a non interagire quasi per nulla con la materia ordinaria) e l’elaborazioni di modelli che prevedano la presenza di materia oscura nel cuore del Sole, dovrebbe essere possibile farsi un’idea del ruolo che essa gioca nella fisica solare e capire fino a che punto può condizionare l’evoluzione di tutte le stelle.

Credit: University of London.
Fonte Le News di Astronomia e Astronautica de L’Astrofilo:
http://www.astropublishing.com/news2010/luglio/220710.htm.
La rivista L’Astrofilo è disponibile gratuitamente su
http://www.astropublishing.com

Michele Ferrara

Il cielo nel mese di Agosto 2010

a cura di Stefano Simoni

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Costellazioni osservabili, effemeridi di sole, luna e pianeti, mappe stellari dettagliate. In più, Lo spettacolo delle Lacrime di San Lorenzo e le congiunzioni ripetute tra Venere, Marte e Saturno! Tutti gli eventi astronomici del mese di agosto 2010.

Sole

Si trova nella costellazione del Cancro fino al giorno 10, quando fa il suo ingresso nel Leone.

1 agosto

  • sorge alle 06:04
  • transita alle 13:17
  • tramonta alle 20:29

15 agosto

  • sorge alle 06:18
  • transita alle 13.15
  • tramonta alle 20.10

31 agosto

  • sorge alle 06.35
  • transita alle 13.10
  • tramonta alle 19.45

La durata del giorno diminuisce di 1 ora e 15 minuti dall’inizio del mese.

effemeridi complete

Luna

1 agosto

  • sorge alle 23:00
  • transita alle 05:20
  • tramonta alle 12:15

15 agosto

    22:50
  • sorge alle 12:53
  • transita alle 17:54
  • tramonta alle 22:50

31 agosto

  • sorge alle 22:42
  • transita alle 05:35
  • tramonta alle 13:15

effemeridi complete

fasi lunari del mese:

  • Ultimo Quarto il 3 (ore 05:01)
  • Luna Nuova il 10 (ore 03:10)
  • Primo Quarto il 16 (ore 18:16)
  • Luna Piena il 24 (ore 17:06)

Il giorno 10 alle ore 18:07 la Luna raggiunge il perigeo (357.860 km di distanza), mente il giorno 25 alle ore 05:48 si troverà nel punto più lontano dalla Terra nel corso della sua orbita, l’apogeo (406.388 km).

Posizione dei pianeti

Il pianeta Mercurio

Mercurio

Mercurio: all’inizio del mese le condizioni sono ancora abbastanza favorevoli all’osservazione serale del pianeta, che tramonta circa un’ora dopo il sole. Il giorno 7 Mercurio raggiunge la massima elongazione (distanza angolare) dal Sole, oltre 27°. Tuttavia l’altezza del pianeta sull’orizzonte occidentale diminuisce costantemente per tutto il mese. Quindi Mercurio inevitabilmente finisce per confondersi tra le luci del crepuscolo serale fino a diventare inosservabile.

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ATTENZIONE: se si usa uno strumento ottico per osservare il pianeta, NON inquadrare MAI il Sole se non si è dotati di apposito filtro. Ciò comporterebbe danni irreparabili alla vista!

Il pianeta Venere

Venere

Venere: il mese di agosto di quest’anno ci offre, tra le luci del crepuscolo serale, uno spettacolo inusuale. Tre pianeti tra i più luminosi – Venere, Marte e Saturno – sono disposti a triangolo nella costellazione delle Vergine. Sono molto bassi sull’orizzonte occidentale, dove tramontano circa un’ora e mezza dopo il Sole, ma vale la pena osservarli per seguire l’evoluzione delle loro posizioni reciproche.

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Il pianeta Marte

Marte

Marte: valgono le indicazioni relative a Venere. Per tutto il mese Marte sarà osservabile sull’orizzonte occidentale poco dopo il tramonto del Sole.

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Il pianeta Giove

Giove

Giove: anticipando sempre più il proprio sorgere, il pianeta gigante diventa osservabile per quasi tutta la notte. In tarda serata è possibile quindi vederlo comparire sull’orizzonte a Est e man mano elevarsi verso Sud, dominando con il suo splendore la volta celeste estiva, essendo Venere ormai tramontato all’inizio della notte.

Sempre degni di nota i 4 satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore generando configurazioni spettacolari. Nel corso del mese Giove percorre un breve tratto della costellazione dei Pesci.

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Il pianeta Saturno

Saturno

Saturno:anche per quanto riguarda Saturno si rimanda a quanto detto per Venere e Marte che lo accompagnano nella costellazione della Vergine.

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Il pianeta Urano

Urano

Urano:il pianeta è osservabile per gran parte della notte. Come nei mesi precedenti le condizioni di osservabilità sono assolutamente identiche a quelle di Giove: la piccola distanza angolare tra i due pianeti si riduce ulteriormente giorno dopo giorno. Entrambi si trovano nella costellazione dei Pesci, non lontano dal confine con l’Acquario.

In condizioni favorevoli all’osservazione, usando uno strumento ottico (anche un buon binocolo) appare come un oggetto di colore blu/verde, di magnitudine 5.7.

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Il pianeta Nettuno

Nettuno

Nettuno:il pianeta è osservabile per l’intera notte. Il giorno 20 infatti si trova all’opposizione, pertanto al tramontare del Sole il pianete sorge a oriente, culmina a Sud nelle ore centrali della notte e termina il suo percorso tramontando ad occidente quando è già l’alba.

Come sempre, per individuarlo è necessario utilizzare una strumentazione adeguata, un telescopio o un binocolo. Il pianeta il giorno 14 lascia la costellazione dell’Acquario e fa il suo ingresso nel Capricorno.

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Il plutoide Plutone

Plutone

Plutone: Preso atto della riclassificazione di Plutone a plutoide da parte della IAU (Parigi, Giugno 2008), la nostra rubrica includerà comunque l’osservabilità dell’astro.

Il pianeta è osservabile per gran parte della notte. Plutone si trova nella costellazione del Sagittario, dove rimane tutto l’anno.

Con la sua magnitudine 14 sono necessari un cielo scuro, una buona carta stellare e almeno un telescopio da 8″ di apertura (200mm).
[Per saperne di più]

Congiunzioni

Congiunzioni tra pianeti: Venere – Marte – Saturno

Per tutto il mese sarà possibile seguire uno spettacolare incontro ravvicinato tre i tre pianeti, riuniti nella costellazione della Vergine. I tre corpi celesti saranno molto bassi sull’orizzonte, ma chi può godere di un cielo libero di ostacoli ad occidente potrà ammirare un susseguirsi di congiunzioni planetarie. Dato che lo spostamento di Saturno rispetto alle stelle è quasi impercettibile, mentre la velocità relativa di Marte e ancora di più quella di Venere è sensibilmente superiore, nel corso del mese si verifica il “sorpasso” dei due pianeti più veloci.

Congiunzione Marte - Saturno, giorno 1 ore 21:30

Marte-Saturno

Il primo evento si verifica il giorno 1, con Marte che si trova in congiunzione con Saturno (vedi immagine a fianco).

Il “sorpasso” di Venere accade pochi giorni più tardi. La congiunzione Venere – Saturno è osservabile il giorno 10. (immagine).

La “corsa” di Venere non si arresta: il pianeta raggiunge anche Marte. Il giorno 23 si verifica la congiunzione Venere – Marte. (immagine)

Con il passare dei giorni i tre astri saranno sempre più bassi sull’orizzonte e alla fine di agosto saranno ormai confusi tra le luci del crepuscolo serale.

Congiunzione Luna - Marte - Venere - Saturno, giorno 13 ore 20:50

Luna–Marte–Venere-Saturno: lo spettacolo delle congiunzioni planetarie è completato la sera del 13 agosto, quando al terzetto di pianeti si aggiunge anche una sottile falce di Luna crescente.
Siamo sempre nella costellazione della Vergine

Congiunzione Luna - Giove, giorno 27 ore 22:30

Luna-Giove

Luna-Giove: il giorno 27 la Luna raggiunge anche Giove (e Urano) nella costellazione dei Pesci.

Lo sciame meteorico delle Perseidi 2010

Perseidi

rappresentazione artistica

del radiante

Come tutti gli anni ci prepariamo all’osservazione dello sciame delle Perseidi, residui della disintegrazione progressiva della cometa Swift-Tuttle. Le piccole particelle, scontrandosi a gran velocità con l’atmosfera terrestre, danno luogo a scie luminose di altissimo effetto.

Il nome di “Perseidi” è determinato dalla posizione del radiante, il punto sulla volta celeste dal quale sembrano provenire le meteore, situato nella costellazione del Perseo. La denominazione tradizionale di “Lacrime di San Lorenzo” deriva dal fatto che nel XIX secolo il massimo della loro frequenza avveniva il 10 agosto, giorno della ricorrenza del Santo: ai giorni nostri il massimo si è però spostato in avanti di circa due giorni.

Quest’anno l’osservazione delle Perseidi si presenta particolarmente favorevole, primo perchè il massimo accadrà per le nostre postazioni italiane nelle ore notturne e secondo perchè la Luna, non ancora al primo quarto (fase 12%), non porterà alcun disturbo col suo chiarore. Secondo le previsioni più attendibili il periodo di massima attività dello sciame meteorico si verificherà in particolare nella notte tra il 12 e il 13 agosto tra l’una le 5 del mattino.

Vale comunque la pena tenere d’occhio il cielo dal 10 al 15 agosto, quando il numero delle Perseidi supera quello delle meteore sporadiche: la completa mancanza del disturbo lunare permetterà di compiere anche soddisfacenti sorveglianze visuali e fotografiche, dato che le Perseidi, specie al crescere della loro frequenza, sono particolarmente luminose e mostrano un’alta percentuale di persistenza delle scie.

Le meteore sporadiche sono quelle che non appartengono ad uno degli sciami noti: hanno direzioni di provenienza casuali e quindi non presentano un radiante ben definito.

In questi ultimi anni la corrente delle Perseidi si è leggermente spostata verso l’orbita della Terra per effetto della perturbazione gravitazionale di Giove, e ciò ha prodotto un aumento generale della frequenza delle meteore rispetto ai tassi (Tasso Orario Zenitale, in inglese Zenithal Hourly Rate: ZHR) di circa 80-90 meteore/ora mediamente rilevati dall’inizio di questo secolo. Come già constatato nel 2009, anche quest’anno le frequenze dovrebbero con molta probabilità essere nella notte del massimo ancora superiori alle 100 meteore/ora.

Occhi puntati al cielo…e buona visione!

costellazioni

Il Sagittario

Costellazione del Sagittario

In una notte senza Luna, attendiamo lo spengersi delle ultime luci del crepuscolo e volgiamo lo sguardo verso Sud. Ci troviamo nel Sagittario, costellazione che occupa la zona della volta celeste nella quale è situato il centro della nostra galassia, la Via Lattea.

Se già ad occhio nudo possiamo apprezzare e intuire l’immensità del disco di stelle, oltre 100 miliardi, in cui siamo immersi, già con un binocolo il numero di astri visibili è incalcolabile, e innumerevoli sono le nebulose e gli ammassi stellari che si possono scorgere. Con un telescopio possiamo poi trovare una vera miniera di oggetti del cielo, splendidi soggetti per gli appassionati di astrofotografia.

A Sud-Est troviamo invece il Capricorno e l’Acquario, costellazioni relativamente grandi ma prive di stelle brillanti e difficilmente riconoscibili senza l’ausilio di una carta del cielo.

A Nord-Ovest la brillante stella Arturo contende a Vega il primato di astro più luminoso: essa fa parte del Bootes, dall’inconfondibile forma ad aquilone. Alla sua sinistra, la piccola costellazione della Corona Boreale.

Nei pressi del Triangolo Estivo (immagine), formato da Vega Altair e Deneb, possiamo cimentarci nel riconoscimento delle costellazioni minori, come la Freccia (o Saetta) - tra il Cigno e l’Aquila - o il Delfino - facilmente individuabile per la sua forma a rombo - o la ancora più ostica Volpetta.

In direzione Nord, la stella polare (non sai come trovarla?) è come sempre al centro della famiglia delle costellazioni circumpolari. L’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore sono accompagnate, procedendo in senso orario, dal Dragone, da Cefeo e, con la caratteristica forma a “W”, da Cassiopea.

Infine a Est vedremo sorgere il grande quadrilatero di Pegaso, seguito da Andromeda (da non perdere l’omonima galassia catalogata da Messier come M31) e Perseo, che ritroveremo protagonisti dei cieli autunnali. Ricordiamo che nel Perseo si trova il radiante dello sciame di meteore detto appunto delle Perseidi.

Mappe del cielo

Nota: Le mappe del cielo sono realizzate con Stellarium e riferite alla metà del mese alle ore 22:00 circa ora italiana, latitudine media (Roma), ad esclusione di congiunzioni ed eventi particolari. Gli orari delle congiunzioni sono scelti valutando le condizioni di migliore osservazione.

effemeridi del mese

Totali

Singole

Articolo tratto da: astronomia.com

Thursday, July 29, 2010

Tecnologia e Internet
Percorso:ANSA.it > Tecnologia e Internet > News

Ecco prima mappa per 'navigare' su Marte

Copre tutta la superficie del pianeta. Lavoro durato otto anni

24 luglio, 17:50



Ecco prima mappa per 'navigare' su Marte (ANSA) - ROMA, 24 LUG - Ecco la prima mappa per 'navigare' a spasso fra i crateri, i vulcani spenti, i canyon e le rosse pianure polverose di Marte. La mappa copre tutta la superficie del pianeta ed e' nata dalla collaborazione fra Nasa, Arizona State University e Microsoft. Si puo' accedere attraverso http://beamartian.jpl.nasa.gov/. Sono 21.000 le immagini che compongono il mosaico realizzato in otto anni con le foto scattate dalla fotocamera Themis installata sul satellite della Mars Odyssey.
28/07/2010 LA NASA SCOPRE 140 PIANETI ABITABILI

Su un totale di 706 pianeti individuati, 140 sono potenzialmente abitabili. La scoperta è stata realizzata dalla Nasa grazie alla sonda Keplero, lanciata in orbita il 7 marzo 2009 con l’obiettivo di analizzare circa 100 mila stelle e i relativi pianeti che orbitano attorno ad esse. La scoperta è stata presentata in occasione della conferenza TedGlobal a Oxford la scorsa settimana ed è stata definita dagli astronomi “la svolta che soddisfa i sogni di Copernico”. Le stelle analizzate sono state più di 150 mila e i 140 pianeti sono stati etichettati “come la Terra”, data la loro conformazione rocciosa simile al nostro pianeta e contengono, inoltre, acqua e terre emerse, le condizioni essenziali per la nascita di forme di vita. “La vita – ha commentato Dimitar Sasselov, docente all’Università di Harvard – è un sistema chimico che ha bisogno di pianeti più piccoli, l’acqua e le rocce e un sacco di chimica complessa da origine e sopravvivenza”. Negli ultimi 15 anni, sono stati scoperti circa 500 pianeti, ma nessuno di essi è stato considerato simile alla Terra: fino ad ora sono sempre stati paragonati a Giove. Stando ai dati di Dimitar Sasselov, nell’universo ci potrebbero essere 100 milioni di pianeti abitabili. I pianeti sono stati individuati soprattutto in un settore della Via Lattea tra le costellazioni settentrionali della Lira e del Cigno, entrambe facenti parte delle 88 costellazioni moderne e delle 48 elencate da Tolomeo. Il satellite Keplero ha analizzato il passaggio dei pianeti intorno alle varie stelle e ha misurato i cambiamenti delle radiazioni luminose. La luce è stata raccolta dalla sonda grazie ad un particolare telescopio dotato di uno specchio del diametro di 140 centimetri e letta da un fotometro. Il metodo utilizzato prende il nome di “metodo dei transiti” tramite il rilevamento diretto: misurare il calo di luminosità di una stella in conseguenza del passaggio sul suo disco di uno dei suoi pianeti. E’ possibile calcolare la temperatura della superficie dei pianeti in grado di determinare se essi sono abitabili oppure no. “Dalle dimensioni dell’orbita e dalla temperatura della stella si può calcolare la temperatura caratteristica di un pianeta”. Gli scienziati dovrebbero riuscire a studiare circa 60 di questi pianeti entro i prossimi due anni. La sonda Keplero rimarrà in orbita per altri 4 anni con lo scopo di studiare nel dettaglio l’atmosfera e la conformazione di questi pianeti e le possibili forme di vita.



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Da la Stampa.it del 6 Giugno 2010


La notizia in questione è dei primi giorni di Giugno 2010, questo blog allora ancora non esisteva, ma ve l'ho voluta segnalare magari quel giorno qualcuno di voi non ha letto i giornali.

Oliviero Mannucci

Nasa, forme di vita su Titano

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La sonda Cassini-Hyugen rivela la complessa chimica del satellite di Saturno
La raccolta di dati provenienti dalla sonda Cassini-Hyugen, suggerisce la presenza di alcune forme di vita su Titano, il più grande satellite naturale di Saturno ed uno dei corpi rocciosi più massicci dell'intero sistema solare. E' l'unico satellite ad avere un'atmosfera molto densa, tanto da rendere problematico un suo studio dettagliato. Grazie alla missione spaziale della sonda, però, è stato possibile studiare l'oggetto da una distanza ravvicinata. Cassini-Hyugen è una missione robotica interplanetaria composta dall'orbiter Cassini della Nasa e dal lander Hyugen dell'Agenzia Spaziale Europea e lanciata il 15 ottobre del 1997: il primo luglio del 2004 il lander Hyugens è atterrato su Titano superando la densità atmosferica. La sonda ha scoperto l'esistenza di organismi che respirano e si cibano di sostanze esistenti sulla superficie di Titano: forme di vita inusuali perché gli oceani e i fiumi del satellite non sono formati da acqua ma da metano. Tale scoperta è stata resa nota dalla rivista “Geophysical Research”. Dalle osservazioni si è potuto notare uno strato piuttosto limitato di acetilene sulla sua superficie, che costituisce, infatti, una sorta di “dispensa” delle forme di vita presenti: organismi chimici che potrebbero trarre i mezzi per respirare dai gas di idrogeno. Le scoperte potrebbero avvalorare in modo significativo la teoria inerente la sussistenza di forme di vita esotiche che basano la propria esistenza sugli idrocarburi. Il metano è abbondante su Titano, stando a quanto rivela Chris McKay, astrobiologo del centro di ricerche “Ames” della Nasa. “Abbiamo ipotizzato il consumo di idrogeno perché è il gas più consumabile da forme di vita su Titano, allo stesso modo in cui consumiamo ossigeno sulla Terra. Se questi segnali si dimostrassero paragonabili a sintomi di vita, sarebbe una scoperta dal valore ancor più significativo perché rappresenterebbe un secondo tipo di forma di vita, indipendente dalla forma di vita basata sull'acqua della Terra”. Inoltre fa troppo freddo su Titano per avere acqua. L' analisi iniziale aveva fatto pensare alla distribuzione dell'idrogeno causata dall'interazione tra metano e raggi ultravioletti nella parte alta dell'atmosfera per essere poi distribuito in maniera uniforme. Darrel Strobel, uno scienziato, ha notato, però, grazie allo spettrometro a infrarossi della sonda, una disparità nella densità di idrogeno tra atmosfera e superficie. Per convertire l'idrogeno in metano sarebbe necessario un catalizzatore dato che il pianeta è troppo freddo. La sonda ha mostrato, inoltre, l'abbondanza di benzene e di un composto chimico, forse organico, ma non ancora ben identificato.

Sunday, July 25, 2010

Dal Corriere della Sera del 25/07/2010


La chiave nella fisica quantistica. Possibili applicazioni per i computer del futuro

Si avvicina il sogno più antico
«Possibile viaggiare nel tempo»

Una nuova teoria prevede il «teletrasporto»
all’indietro di particelle alla condizione originaria

La chiave nella fisica quantistica. Possibili applicazioni per i computer del futuro

Si avvicina il sogno più antico
«Possibile viaggiare nel tempo»

Una nuova teoria prevede il «teletrasporto»
all’indietro di particelle alla condizione originaria

MILANO — I viaggi nel tempo colpiscono di nuovo la mente degli scienziati che cercano, soprattutto attraverso la nuova fisica, di trovare risposte; almeno teoriche si intende. A intrigarli di più, per certi aspetti, sembrano essere i balzi del passato, forse sedotti da Mark Twain che aveva voluto compiere un viaggio nel Medioevo con il suo Un americano alla corte di re Artù. Per i ricercatori, in tal caso comunque, non si tratta di un vuoto, seppur affascinante, esercizio di fantasia. Seth Lloyd del Mit di Boston alla guida di un gruppo internazionale di studiosi che include pure due italiani (Lorenzo Maccone e Vittorio Giovannetti), ha dimostrato con una sofisticata ma corretta spiegazione come in effetti una viaggio a ritroso nel tempo sarebbe affrontabile.

I protagonisti
I protagonisti
Rispetto a molti altri tentativi teorici sin qui compiuti, Lloyd aggiunge maggior credibilità perché fa ricorso a un «effetto» prima ignorato. Vediamo come. Egli parte dal teletrasporto, ben noto ai più grazie a Star Trek dove le persone sono trasferite da un luogo all’altro istantaneamente (in laboratorio, comunque, qualche fotone è già stato teletrasportato) e dalla meccanica quantistica. Ma il trucco sta nel far intervenire l'«effetto di postselezione» che, semplificando, è un modo diverso di giocare le carte a disposizione. Grazie ad esso solo le particelle che sono state teletrasportate potrebbero essere riportate indietro nella condizione originaria, facendo così compiere un viaggio a ritroso pure nel tempo.

Il ricorso allo strano «effetto» permette agli scienziati alcuni vantaggi come far entrare in scena la gravità senza però incorrere nei problemi posti dai viaggi temporali ipotizzati finora legati alla teoria della relatività. In tal caso si richiedeva una ben più ardua deformazione sia dello spazio che del tempo. In secondo luogo aggira un paradosso molto famoso noto come il «paradosso del nonno», in cui si immagina di tornare nel passato e di uccidere il nonno e ciò, appunto, è paradossale perché impedirebbe la nascita dell'assassino.

Ma il nuovo tentativo teorico finalizzato ad immaginare una macchina del tempo nasconde, in realtà, un valore aggiunto forse ancora più affascinante e che rappresenta la grande sfida che da decenni, almeno dall’epoca di Einstein, tortura i fisici. È il sogno di unire insieme la meccanica quantistica e le leggi della relatività per arrivare all'ambitissima «teoria del tutto», vale a dire ad un'unica, semplice, legge universale che unifica tutte le altre semplificando la descrizione del mondo.

Oltre all'eccitante frontiera della conoscenza c'è inoltre un intento più concreto. L'effetto di post-selezione impiegato dal professor Lloyd è alla base delle ricerche sul computer quantistico di cui si incominciano a intravedere all'orizzonte alcune possibilità e che quando si materializzerà sconvolgerà di nuovo la nostra vita. Simile prospettiva informatica, ovviamente, non era stata considerata nella Macchina del tempo che H.G. Wells scriveva nel 1885 per farci viaggiare nel futuro portandoci sino all'anno 802.701. Ma paradossalmente, se l'«effetto post-selezione» del professor Lloyd funzionasse davvero aprirebbe entrambe le porte, quelle del passato e del futuro. Ce n'è abbastanza, intanto, per far correre la fantasia.

Giovanni Caprara
25 luglio 2010