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Saturday, January 22, 2011

In Cina gli astronauti devono imparare a comportarsi come robot

Gli astronauti cinesi Zhai Zhigang, Liu Boming e Jing Haipeng (Credits: Color China Photo/AP)

Gli astronauti cinesi Zhai Zhigang, Liu Boming e Jing Haipeng (Credits: Color China Photo/AP)

Claudia Astarita

Gli astronauti cinesi devono avere corpo e mente più forti, lucidi e reattivi. E gli scienziati cinesi devono fare in modo che questo desiderio possa diventare realtà, il più velocemente possibile.

E’ per questo motivo che i centri di ricerche civili e militari della Repubblica popolare hanno firmato un accordo di collaborazione per un programma di ricerche di cinque anni orientato a trovare metodi per potenziare le capacità fisiche e mentali degli astronauti orientali.

Pechino vuole costruire una stazione spaziale per poter inviare il primo cinese sulla luna entro il 2020, e per riuscirci ha mandato un primo astronauta in orbita nel 2003, in un paio d’anni vuole ultimare i vari moduli di una stazione spaziale -grande quanto quella internazionale- che verrà utilizzata per effettuare esperimenti in assenza di gravità, e nel 2012 pianifica di spedire la navetta Chang’e-2 sulla Luna per testare la tecnologia aerospaziale cinese. Ma per completare la conquista dello spazio la Cina pensa di aver bisogno anche di astronauti più in gamba, o quanto meno in grado di competere con, e perché no, di essere più bravi dei colleghi di altre nazioni.

Il responsabile di questo particolare programma di ricerca è Chen Shanguang, direttore del centro di ricerche e addestramento per astronauti dell’Esercito di Liberazione Popolare. Da questo centro sono già passati Yang Liwei, il primo cinese che è volato nello spazio, e Zhai Zhigang, il primo che ha invece passeggiato in orbita.

In un documento inviato al Ministero della Scienza e della Tecnologia lo scorso settembre Chen Shanguang ha spiegato che l’obiettivo principale del programma è quello di eliminare, o quanto meno ridurre, gli sbalzi emotivi cui vanno incontro gli astronauti e di migliorare il loro livello di resistenza fisica sfruttando le “nuove tecnologie”. Per questo motivo i cosmonauti cinesi verranno sottoposti a un ciclo intensivo di “allenamenti mentali” che insegnerà loro a rimanere freddi e distaccati in ogni circostanza, come dei robot.

Il Professor Shanguang ha tuttavia precisato che questi allenamenti permetteranno agli astronauti di tenere sotto controllo le proprie emozioni per un massimo di una settimana, un periodo che può andar bene per le missioni di breve periodo ma non per il momento in cui la nuova stazione spaziale diventerà operativa.

Nel frattempo, gli scienziati cinesi continueranno le loro ricerche per trovare un modo per sopprimere le emozioni dei cosmonauti, monitorandone i comportamenti, i valori biometrici del loro respiro, la pressione del sangue, i movimenti degli occhi, e con il metodo della risonanza magnetica verranno effettuate scansioni regolari dei loro cervelli. Per individuarne i limiti mentali, gli astronauti verranno rinchiusi in piccole celle silenziose e con l’ausilio di particolari sensori ne verranno monitorate le sensazioni. Infine, una serie di studi genetici si occuperà di trovare un modo per evitare i danni alle ossa e alle fibre muscolari che generalmente colpiscono chi partecipa a missioni nello spazio. E in questo modo verrà creato il cosmonauta perfetto: un uomo con caratteristiche simili a quelle di un robot.

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Claudia Astarita è docente di Relazioni Internazionali dell’Asia Orientale presso l’Università di Bologna. Scrive approfondimenti sull’Asia per Panorama.it, Economy, Il Secolo XIX, East. Ha lavorato quattro anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong. L’Oriente è la sua passione e coglie ogni occasione per tornare nei luoghi che ama.


Tratto da:http://blog.panorama.it/

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