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Sunday, January 23, 2011

Lo spazio in rosa

Lo spazio in rosa

Lo spazio diventa un po' più vicino all'Italia grazie al cosmonauta Paolo Nespoli, in orbita con la Sojuz, e si tinge di rosa grazie a Samantha Cristoforetti che dal 2013 sarà la prima connazionale a vestire la tuta blu in una missione dell'Agenzia Spaziale Europea. 50 anni esatti dopo l'impresa della prima donna nello spazio: Valentina Tereshkova.

È il primo italiano ad affrontare una missione spaziale di lunga durata Paolo Nespoli, l’astronauta in orbita fino a maggio 2011 a bordo della Sojuz sulla Stazione Spaziale Internazionale, ma grazie ai suoi scatti fotografici dello stivale - effettuati durante il viaggio verso la SSI e spediti via Twitter - è come se fossimo tutti tra le stelle assieme a lui.
Cinquantatré anni, milanese, Nespoli accoglierà assieme ai colleghi l’ultimo volo previsto per il programma Shuttle della Nasa che arriverà sulla SSI a febbraio. A bordo anche Roberto Vittori, con il quale salirà a due la compagine tricolore, un assaggio di quanto accadrà a partire dal 2013 quando arriveranno anche Luca Salvo Parmitano e Samantha Cristoforetti (nella foto di copertina con Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea), la prima connazionale a entrare a far parte del corpo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Trentadue anni, corporatura minuta e personalità volitiva, assieme a Parmitano – entrambi sono piloti dell’Aeronautica Militare - ha dovuto superare altri 8.500 candidati nel corso di una durissima selezione durata oltre un anno per andare ad affiancare Alexander Gerst (Germania), Andreas Mogensen (Danimarca), Timothy Peake (Inghilterra) e Thomas Pesquet (Francia) diventando la terza donna in Europa - dopo la britannica Helen Sharman (in missione nel 1991) e la francese Claudie André-Deshays (giunta sulla SSI nel 2001) – a meritarsi la tuta blu dell’ESA.

Nata a Bolzano nel 1977, Samantha è degna epigona di pioniere dello spazio del calibro di Valentina Tereshkova, la cosmonauta russa che per prima nel 1963 compì 49 orbite intorno alla Terra, Sally Ride, prima americana a volare con uno Shuttle, ed Eileen Collins, la connazionale che nel 1995 prese il comando di una navicella al posto di un uomo, portando la parità dei sessi oltre l’atmosfera terrestre. Ma ancora, sono da ricordare i nomi di Svetlana Savitskaya, che nel 1984 fu la prima ad effettuare una “passeggiata spaziale” fuoribordo, e quello della campionessa di resistenza fisica Yelena Kondakova, che partì il 4 ottobre del 1994 per tornare sulla Terra il 22 marzo dell’anno seguente, dando ancora una volta dimostrazione di come il corpo femminile non aveva davvero nulla da invidiare a quello maschile.

Proprio a questo proposito, la pioniera Tereshkova, intervistata qualche anno fa ricordava come: “Per diventare astronauta bisognava sottoporsi a importanti test medici. Ci siamo presentati in centinaia. Alla fine solo cinque sono passati”. Lei era fra quei pochi, ed era riuscita a mettere a tacere anche le perplessità dei colleghi uomini: “Avevano progettato il mio volo per rimanere nello spazio 24 ore perché ero una donna e quindi, secondo loro, fragile. Avremmo deciso in seguito se restare nello spazio di più e così è stato. Il volo venne prolungato e durò tre giorni e durante il viaggio ho fatto delle foto della Terra che oggi appartengono alla storia. Grazie a quel volo ho provato che le donne, come gli uomini, possono lavorare bene nello spazio”. Praticamente a cinquant’anni da quell’impresa, ha quasi dell’incredibile che assurde differenziazioni e discriminazioni persistano ancora sulla Terra.

Articolo di :
Selene Pascarella

Tratto da: http://www.fastweb.it/

Commento di Oliviero: Samantha Cristoforetti? Quando l'intelligenza, la determinazione, la bellezza si uniscono, il risultato non può che essere uno solo: eccezionale!

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