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Saturday, February 19, 2011

Nasce a Galatina il pilota telepatico

dal nostro inviato GAETANO CAMPIONE

GALATINA - Più un pilota è addestrato ed esperto, più aumenta il suo senso di sicurezza. Così, fronteggiare l’imprevisto e l’imprevedibile, quando si è in volo, può rappresentare un problema serio - nel caso di sottovalutazione - anche per un veterano. Se, invece, il cervello comunicasse direttamente col computer attraverso le onde cerebrali, la gestione del rischio, dell’errore umano, diventerebbe un gioco da ragazzi.

Benvenuti nel «Nido delle aquile», la base aerea di Galatina, sede del 61° Stormo, dove - col progetto «Brainshield» - la scienza supera l’immaginazione. È qui, infatti, all’ombra degli ulivi del Salento, che la sinergia tra una equipe di ricercatori e i piloti militari, promette risultati senza precedenti. Galatina non è stata scelta a caso. L’aeroporto è una specie di università dell’aria, dove concludono l’iter addestrativo prima della specializzazione definitiva, gli allievi dell’Aeronautica militare. Non solo. In un futuro non molto lontano, la base ospiterà il centro di addestramento basico europeo (tipo Sheppard negli Stati Uniti) grazie anche all’ado zione del velivolo Aermacchi 346 destinato a sostituire gli MB339.

Ecco perchè il 61° Stormo coniuga alla perfezione i numeri con l’esperienza necessari per questo ambizioso progetto di ricerca destinato ad avere ricadute nell’aviazione civile, come dimostra l’interesse dell’Alitalia. Spiega il colonnello medico Roberto Isabella, coordinatore militare di «Brainshield»: «Mediante la registrazione di segnali corticali cerebrali ad alta risoluzione spaziale e temporale è stato possibile investigare particolari configurazioni cognitive. Con ottimi risultati sui carichi di lavoro mentali».

In pratica quali sono i vantaggi? «Basti pensare all’ottimizzazione del crew resource management in aviazione civile, dove le complesse attività di controllo del velivolo, di rispetto delle procedure, di gestione dei sofisticati software dell’avionica di bordo, rendono sempre necessaria la distribuzione del lavoro tra due piloti. In campo militare, invece, pensiamo alle decisioni da attribuire ai sistemi elettronici per il supporto al combattimento nelle esigenze reali di difesa aerea».

Dunque, lo stress è il nemico da combattere? «La misura del carico di lavoro cognitivo e la presunzione, in anticipo, della eventuale saturazione attentiva del pilota che potrebbe portare a situazioni di pericolo, sarebbe facilmente gestita».

Il pilota telepatico indossa una cuffia con elletrodi collegati al cuoio capelluto sotto il casco di volo, sale sul simulatore e, durante la missione di routine, si trova alle prese con una serie di imprevisti. Inseriti appositamente dall’istr uttore. L’equipe di ricercatori (Giovanni Vecchiato, Gianluca Borghini e Natalia Volgarino) si occupa della registrazione e della lettura dei dati collegati ai computer. Per il maggiore Claudio Conca e per il capitano Simone Stefani, che hanno affiancato gli esperti del progetto «Brainshield» «tutto ciò che serve ad aumentare la sicurezza di un pilota nel suo lavoro è valutata positivamente. L’obiettivo è evitare l’errore che si commette quando si è convinti di svolgere un compito bene».

Il direttore scientifico del progetto è il neurologo Carlo Caltagirone. Mentre, a sottolineare l’interesse del mondo accademico e industriale, ecco partner del calibro di Finmeccanica, l’Università Tor Vergata, la Fondazione Santa Lucia, Alenia.

Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

Commento di Oliviero Mannucci: Spesso mi è capitato di parlare con dei scettici sul fenomeno UFO in vari ambiti, sia off-line che on-line, con astrofisici e astrofili, di quelli che sono peggio di S.Tommaso e mi è capitato di spiegargli, che mentre la scienza ufficiale nega la parapsicologia, l'ufologia, la telepatia e via dicendo, poi di fatto in ambito militare vengono investiti su questo fronte milioni di dollari, e che le polizie di tutto il mondo hanno a libro paga sensitivi che spesso aiutano nelle indagini usando le loro facoltà con la visione a distanza ( ad esempio). Questi astrofisici e astrofili, devoti a S.Tommaso, ridono increduli quando li informi su cose che la loro dotta ignoranza gli impedisce di comprendere, ma poi la realtà è proprio quella che loro non s'immaginano neanche lontanamente, perchè spesso sono troppo presi da loro stessi e da una visione della realtà assai limitata. Questo articolo, spero aprirà la mente a molti. Tra l'altro questa tecnologia è il frutto di studi di retroingegneria fatti basandosi sui reperti di navicelle aliene recuperate, che spesso avevano un sistema avionico dello stesso tipo, che portava i piloti e la navicella spaziale ad essere un tutt'uno.

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