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Wednesday, March 30, 2011

Radiazioni nucleari, stop import alimentare per paura contaminazione

Bloccate le importazioni agroalimentari dal Giappone per paura di una loro contaminazione da Cesio 137. Ma non c’è allarme sushi in Italia.

mappa fallout giappone

Adesso il problema si sposta sulle conseguenze che le esplosioni nucleari di Fukushima avranno in Giappone e nel resto del mondo.

Leggo ha pubblicato la mappa che incrocia le diverse variabili – condizioni meteo, dimensione della nube radioattiva, ecc – e tenta di prevedere, nel tempo, fin dove arriveranno le radiazioni. In base a questi dati, nei prossimi giorni la nube dovrebbe spingersi a ovest fino agli Stati Uniti e a est fino alle Filippine. Tuttavia, la concentrazione radioattiva dovrebbe essere molto bassa per quanto riguarda il rischio di inalazione. Il problema, invece, riguarda il suolo che potrà essere contaminato.

Il contagio umano, infatti, avviene per esposizione diretta all’irradiamento o per ingestione di cibi contaminati. Gli effetti sono noti: tumori e modificazioni genetiche del DNA e dell’RNA. L’attenzione quindi si sposta sugli alimenti e sull’acqua.

In questo senso, si può avere qualche spunto di riflessione in più ricordando ciò che è successo in Ucraina nel 1986. La lezione di Chernobyl dovrebbe servire a capire meglio ciò che potrebbe accadere. Secondo il rapporto ufficiale redatto da agenzie dell’Onu, il bilancio dei morti è stato di 4.065 morti per tumori e leucemie in un arco di tempo lungo 80 anni.

In questo caso come allora, gli elementi da monitorare sono: lo Iodio 131, il Cesio 137 e lo Stronzio 90. Lo iodio 131 attacca subito la tiroide e ne aumenta lo sviluppo cancerogeno; il Cesio 137, si deposita nel terreno e contamina piante e funghi, con un tempo di decadimento molto lungo - anche 30 anni - scatenando leucemie e neoplasie in tutto il corpo; lo Stronzio 90 invece è estremamente mobile nell’ambiente, dal momento che è solubile in acqua e, proprio per questo, si sposta velocemente e lo si può ritrovare anche a grandi distanze dal luogo del suo rilascio.

In Italia, secondo quanto riporta la Repubblica, Coldiretti ha appena annunciato il blocco delle importazioni di cibo dal Giappone con data successiva all’11 marzo – il giorno del terremoto – per motivi precauzionali.

C’è da considerare che gli arrivi di prodotti agroalimentari dal Giappone sono limitati per una quota che, nel 2010, ha raggiunto 13 milioni di euro, ossia lo 0,03% dell’import nazionale. Dal paese del Sol Levante arrivano semi oleosi, bevande alcooliche, oli vegetali, prodotti dolciari, tè e il pesce, ma in misura maggiore piante e fiori che non sono destinate a fini alimentari.

Per questo, non sarebbe corretto sollevare un “allarme sushi” in Italia, perché i ristoranti giapponesi si approvvigionano di pesce locale.

Fonte: http://gogreen.virgilio.it/

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