All’inizio era un asteroide come tanti, poi lo scorso dicembre per 596 Scheila è arrivata la notorietà. Inaspettatamente luminoso, avvolto da una nube diffusa che rifletteva la luce solare e con due lunghe code simili a quelle delle comete. Eppure andando a riesaminare sue precedenti immagini non traspariva nulla che lasciasse sospettare un tale cambiamento. Cosa era accaduto? Possibile che Scheila fosse una cometa dormiente scambiata per un comune asteroide?

Per la risposta ci sono volute le osservazioni di due telescopi spaziali della NASA, Swift e Hubble, e gli studi di due distinti gruppi di ricerca, uno dell’ Università del Maryland e l’altro dell’ Università della California di Los Angeles. I risultati saranno pubblicati il 20 maggio sull’ Astrophysical Journal Letters ma è già possibile consultarli on line. All’origine del cambiamento di Scheila c’è stato uno scontro con un altro piccolo asteroide. Collisioni come questa producono polvere e frammenti, che in questo caso hanno formato la nube che ora avvolge Scheila. Parte della polvere della nube è sospinta via dalla pressione della radiazione solare e forma le due code.

Del tutto esclusa l’ipotesi che Scheila fosse una cometa dormiente: dalle misure di Swift e dall’analisi dello spettro di emissione dell’oggetto, è risultato che alone e code non presentano gli elementi tipici delle comete; sono invece costituiti da grani di polvere di varia grandezza. Le successive osservazioni del telescopio spaziale Hubble hanno poi confermato che Scheila ha subito un urto con un piccolo asteroide. Lo scontro ha prodotto sulla sua superficie un cratere largo 300 metri e sollevato 660.000 tonnellate di polvere. Simulazioni al computer hanno inoltre rivelato che l’urto non è avvenuto in modo frontale ma con un angolo di impatto inferiore ai 30 gradi: si è quindi trattato di uno scontro quasi di “taglio” che spiega il perché si sono originate due code e non una sola.

Per Scheila il caso può dirsi chiuso: nessuna cometa mascherata ma solo un asteroide come tanti che ha subito un incontro dalle conseguenze decisamente appariscenti.

Fonte: http://www.media.inaf.it