Statistiche

Monday, May 30, 2011

UFO/ Retroingegneria post-Roswell

di Umberto Visiani. – With a little help from my (alien) friends -

Introduzione

Esperimento antigravità

Una considerazione cui chiunque può giungere, anche guardando con occhio distratto alla storia recente, è che negli ultimi cinquant’anni si è assistito a un balzo tecnologico impressionante che ha portato a invenzioni assolutamente impensabili fino a poco tempo prima. In molti casi, inoltre, non si è vista un’evoluzione lineare che facesse presupporre una serie di conquiste progressive, bensì si è avuta una sorta di vera e propria fuoriuscita dal cilindro di tecnologie totalmente sconosciute.

La testimonianza del colonnello Philip J. Corso

Ritenere che esse siano il frutto dell’ingegno umano sarebbe assolutamente legittimo, non fosse che l’ex direttore della Foreign Technology Division del Research and Development Department (dipartimento ricerca e sviluppo, ndr) dell’esercito degli Stati Uniti, colonnello Philip J. Corso, è venuto allo scoperto raccontando una storia completamente differente che non solo esplica in maniera plausibile come sia stato possibile effettuare apparentemente dal nulla scoperte avanzatissime, ma si inserisce perfettamente anche nel quadro complessivo di testimonianze relativa alla vicenda di Roswell.

Come sempre occorre fare allorquando ci si trovi dinnanzi ad affermazioni dal potenziale effetto dirompente, il primo passo da compiere consiste nel domandarsi se la fonte sia attendibile oppure se non possa trattarsi di un mitomane alla ricerca dei propri quindici minuti di notorietà. A tal proposito, il ricercatore americano Larry Bryant, tramite una richiesta effettuata in virtù del Freedom of Information Act (FOIA), è riuscito a ottenere il documento di qualifica del colonnello Corso che ne riassume l’intera carriera militare: in estrema sintesi, egli servì nell’Esercito per ventuno anni, dal 1942 al 1963, venne insignito della Legione al Merito e, oltre a essere stato membro del National Security Council sotto Eisenhower, il 20 giugno 1961 fu assegnato alla Foreign Technology Division quale ufficiale di Stato maggiore per poi essere ulteriormente assegnato, il 18 luglio 1962, alla Plans Division presso l’Operation Command Research & Development.

Nel 1997 il colonnello Corso è salito sul palco della scena ufologica mondiale con una serie di dichiarazioni deflagranti: egli sarebbe stato responsabile, dal 1961, della gestione di tutte le parti del disco volante schiantatosi a Roswell nel luglio del 1947 con il compito, all’interno di un progetto di retroingegneria su tecnologie non terrestri, di smistare le parti del disco volante recuperato alle aziende statunitensi più adatte a seconda del campo di ricerca.

I cascami di questa operazione, di cui Corso ha scritto in dettaglio, non tardarono a essere sotto gli occhi di tutti: ecco la comparsa di intensificatori di immagine, fibre ottiche, fibre supertenaci con molecole allineate utilizzate per la fabbricazione di giubbotti antiproiettile, transistor e circuiti integrati, il laser, tutte scoperte cui si sarebbe (forse) arrivati molto più tardi senza un aiuto esterno.

Alla ricerca del precedente perduto

Esaminando il recente passato con l’intento di capire se vi sia stato un precedente di quanto appena narrato, vale a dire il reperimento di tecnologia extraterrestre e il susseguente utilizzo della stessa da parte di qualche nazione del nostro pianeta, non può non destare curiosità – per non dire sospetti – lo sviluppo tecnologico della Germania negli ultimi anni del secondo conflitto mondiale.

Occorre subito precisare, però, come il tema della tecnologia supersegreta tedesca sia stato spesso oggetto di manipolazioni e di affermazioni basate su prove labili o persino create ad arte: in questo senso sono da interpretarsi numerose foto palesemente ritoccate in cui si vedono velivoli discoidali con sopra gli stemmi della Luftwaffe: V-7, Haunebu, nulla di tutto ciò si fonda su solide basi. Per questa ragione la tematica in oggetto è stata per lungo tempo scarsamente considerata e relegata nel campo delle fantasticherie.

Non fosse che, col passare degli anni, è emersa tutta una serie di prove a supporto atte a formare uno scenario molto più particolareggiato.

I “files fascisti”

Il primo elemento ad aver fatto sì che i ricercatori guardassero con occhio totalmente diverso alla cosiddetta tecnologia segreta tedesca è rappresentato dall’emersione, a fine anni Novanta, di una serie di documenti risalenti al 1933 e al 1936: lettere indirizzate a Galeazzo Ciano scritte su carta con impresso il sigillo del Regno, telegrammi urgenti dell’Agenzia Stefani, memorandum top secret e persino un telegramma proveniente dallo stesso Benito Mussolini. Il quadro che emerge dai documenti in questione è sbalorditivo: il 13 giugno 1933, nei pressi di Magenta, sarebbe stato ritrovato un velivolo di origine sconosciuta; subito sarebbe stata organizzata un’operazione di recupero e si sarebbe creato un ente, il Gabinetto RS/33, preposto a studiare l’oggetto e, al tempo stesso, a effettuare uno stretto cover-up della vicenda.

Il dottor Antonio Garavaglia, consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Como, a seguito di vari test certificò che si trattava di materiale autentico: l’inchiostro e la carta utilizzati nonché l’invecchiamento di entrambi provavano che non si trattava di moderni falsi. Non solo, anche lo stile e la grammatica, come dichiarato dal celebre storico Andrea Bedetti, presentavano i segni distintivi dell’epoca.

Per questa ragione pare dunque corretto inquadrare il caso come una sorta di Roswell italiana anteguerra. Come abbiamo visto supra, a seguito del crash di Roswell la tecnologia militare statunitense subì un’impennata inimmaginabile fino a pochi anni prima. Anche a seguito del crash di Magenta venne messa in moto un’operazione di retroingegneria sul velivolo recuperato i cui risultati sarebbero sì stati visibile in breve, ma non in Italia.

La Wunderwaffe

La vasta letteratura ufologica è spesso terreno fertile per il facile sensazionalismo volto ad accaparrarsi i favori dei fanatici della notizia che desti stupore. Non fosse che, così facendo, non si fa altro che minare alle fondamenta la seria ricerca, relegando ai margini fatti ed avvenimenti supportati da prove certe che vengono però accomunati al ciarpame privo di qualsiasi prova a supporto. È per questo che il solo sentire parlare di dischi volanti tedeschi potrebbe far storcere il naso ai più.

Di conseguenza, occorre essere molto precisi e circostanziati in quanto si afferma.

Il primo velivolo a destare forti interessi per la stravaganza della sua forma è certamente l’ala volante Horten, dal nome dei due fratelli Horten, Walter e Reimar, che nel 1933 cominciarono a progettare un velivolo a forma di “V” che effettuò il primo volo ufficiale nel 1944 e che avrebbe, decenni dopo, influenzato fortemente gli ingegneri americani della Northrop-Grumman nella realizzazione del bombardiere stealth B-2 Spirit (basti pensare che, cosa straordinaria per l’epoca, anche l’ala volante Horten aveva proprietà stealth).

Di tutti i programmi tecnologicamente innovativi portati avanti dal Terzo Reich, solamente uno venne classificato come Kriegsentscheidend, vale a dire decisivo per le sorti della guerra. Tale progetto, noto come Die Glocke (“la campana”), concerneva un velivolo di forma campanulare, da cui il nome, di circa 6 metri e mezzo di diametro per 5 di altezza, rivestito in ceramica, al cui interno erano posti due cilindri rotanti che facevano uso di un isotopo radioattivo, lo Xerum 525, che creava, all’aumentare dei giri, un vortice elettromagnetico che poneva il velivolo a gravità zero. Non si tratta di fantascienza, visto che si hanno numerose prove incrociate: viene fatta espressa menzione del velivolo nelle trascrizioni del processo di Norimberga in relazione alle ricerche condotte dal supervisore del progetto, il Generale Hans Kammler, così come nell’affidavit del Generale Jakob Sporrenberg nonché nei disegni progettuali dell’ingegnere Walter Gerlach. Per non parlare delle numerose testimonianze relative ad avvistamenti di misteriosi oggetti dalle prestazioni sbalorditive proprio negli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale.

Accadde a Kecksburg

La storia di questo progetto non termina, però, con la fine del conflitto, mostrando un possibile risvolto circa vent’anni dopo, dall’altra parte dell’Atlantico. Il 9 dicembre 1965, infatti, a Kecksburg, Pennsylvania, gli abitanti del luogo videro cadere a terra un oggetto dalle stesse caratteristiche della campana volante tedesca: forma, colore, rumore tipico, rivestimento esterno, tutto ricordava il prototipo ideato un ventennio prima. A seguito del crash, l’area venne subito transennata da personale militare che raccolse il velivolo e i detriti e li mise in vari camion diretti alla base aerea di Wright-Patterson, Ohio.

Non vi sarebbe nulla di iconoclasta, infatti, nel pensare che tecnologia avanzata tedesca possa essere stata reperita dalle Forze Armate statunitensi e poi successivamente studiata e “copiata”.

Considerazioni conclusive

Occorre però domandarsi ove sia sorta, a monte, l’ispirazione per tecnologie totalmente fuori dal tempo in cui vennero prodotte.

Se Roswell rappresenta un caso lampante di incipit di un’operazione di retroingegneria su tecnologia non umana, è necessario guardare altresì al passato con occhio attento, notando come pure la Germania hitleriana fosse riuscita a raggiungere all’improvviso livelli tecnologici superlativi.

Dallo status di semplici voci, la tecnologia supersegreta nazista deve assurgere alle luci della Storia, in ciò supportata dai documenti concernenti il crash del 1933 presso Magenta.

Pare oltremodo legittimo chiedersi a quali livelli di tecnologia si possa essere giunti ai giorni nostri, specie a livello militare, il quale si trova, come minimo, di circa trent’anni avanti rispetto ai prodotti “consumer oriented” .

Non si pensi, infatti, che lo scenario mostrato da Gary McKinnon, hacker scozzese che è riuscito a violare sistemi informatici protetti delle forze armate e dell’intelligence degli Stati Uniti, in cui trovano una precisa collocazione motori a curvatura dello spazio tempo, teletrasporto di oggetti, flotta spaziale statunitense e quant’altro, costituisca un mero divertissement creato dopo la visione di qualche episodio di Star Trek. Fosse infatti così, certamente non sarebbe stato condannato in sede penale ma sarebbe stato condotto nel più vicino istituto di igiene mentale.

Fonte: http://ildemocratico.com

1 comment:

Note: Only a member of this blog may post a comment.