Statistiche

Wednesday, July 13, 2011

Astronauti come i Fremen di Dune, grazie una sacca bevono la loro stessa pipì

Alimentazione spaziale: un sistema per il riciclo filtrerebbe l'urina arricchendola di zuccheri

ESPERIMENTO SULL' ATLANTIS

Astronauti come i Fremen di Dune, grazie una sacca bevono la loro stessa pipì

Alimentazione spaziale: un sistema per il riciclo filtrerebbe l'urina arricchendola di zuccheri

Una scena di «Dune» (Internet)
Una scena di «Dune» (Internet)
MILANO – Gli astronauti della Nasa come i Fremen, la popolazione fantascientifica del pianeta Dune? Poco ci manca. I Fremen, il popolo spaziale del romanzo-culto americano di Herbert, del film di Lynch e di molte serie tv, vivono indossando le loro tute auto-distillanti in cui producono acqua e sostentamento direttamente dal loro sudore e dalle loro urine. E l’ultima spedizione dell’Atlantis, in viaggio da venerdì scorso, potrebbe vivere allo stesso modo. Grazie a un sistema per il riciclo dei liquidi umani, gli astronauti berrebbero la loro stessa pipì, opportunamente filtrata, arricchita di zuccheri e ottima base per l’alimentazione spaziale.

LA SACCA – Il progetto NASA delle «FOB, forward osmosis bags», prevede che tutti i liquidi umani immessi in una sacca vengano automaticamente filtrati e convertiti in altrettanti liquidi potabili, grazie all’uso di una membrana filtrante e all’aggiunta di zuccheri, che aiuterebbero a eliminare alcune delle tossine presenti in goccioline del respiro, sudore, urina degli astronauti. In particolare, è proprio la membrana utilizzata che lascerebbe passare le molecole di acqua e fermerebbe il passaggio di virus, batteri, parassiti, proteine, zuccheri, amidi e sali. Il liquido filtrato, viene poi arricchito di zuccheri aromatizzati e consumato dai viaggiatori spaziali. Ma sull’Atlantis sarà solo un astronauta a fare da cavia e provarlo, mentre gli altri 3 si ciberanno di beveroni arricchiti di sali, come è sempre stato nel corso dei viaggi spaziali.

I PRECEDENTI – Non è la prima volta che la sacca delle FOB viene usata nello spazio. Questo è invece il primo tentativo di creare acqua potabile a bordo di una navicella spaziale senza collegare le sacche a un generatore «rubando» energia utile per altre operazioni. Sulla Terra, invece, i sacchetti sono stati testati nel corso di emergenze e calamità naturali come il terremoto di Haiti e in Cile, ma anche nei villaggi senz’acqua del Kenya. Su terra ferma, una sacca può creare un litro di nuovo liquido zuccherino e potabile in 4-6 ore di osmosi.

Eva Perasso

Fonte: http://www.corriere.it

Commento di Oliviero Mannucci: Della serie.... P/Liscia, gassata o Ferrarelle!

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.