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Tuesday, August 30, 2011

Con-scientia. Il computer, fedele compagno di ogni ricercatore

Fino a qualche anno fa utilizzato come una calcolatrice, oggi realizza anche previsioni meteorologiche

Al giorno d’oggi praticamente tutti usiamo il computer, in maniera ormai talmente automatica che spesso dimentichiamo il motivo alla base della sua invenzione. Computer in inglese significa calcolatore, ed infatti fino a qualche anno fa questo era il termine utilizzato in italiano, e negli anni a cavallo della metà del ‘900 essi non erano altro che immense calcolatrici, che tecnici iper-specializzati hanno sfruttato per effettuare gli studi che hanno poi portato l’uomo sulla Luna.

Nonostante oggigiorno il computer non sia più visto come una macchina quasi magica, la funzione del computer non è certamente diminuita, essendo diventato ormai indispensabile in ogni branca della scienza e dell’ingegneria.

I computer sono presenti nelle sonde spaziali, così da permettere la corretta comunicazione con la Terra. E sono usati dai ricercatori per analizzare in maniera corretta i dati provenienti da queste “sentinelle spaziali”. Ci sono computer specificamente ideati per ospitare complessi programmi di simulazione che permettono di risparmiare i tanti soldi necessari alla creazione degli esperimenti corrispondenti. Ed esistono computer destinati ai modelli meteorologici e climatologici che, a causa della complessità ormai raggiunta, permettono previsioni sempre migliori, necessitando, però, di una potenza di calcolo enorme.

Non c’è dubbio, poi, che internet abbia dato un grande impulso alla scienza: i contatti tra ricercatori da un capo all’altro della Terra avvengono ormai in tempo reale e, così facendo. la conoscenza scientifica ha iniziato a progredire in maniera sempre più veloce.

Un altro buon esempio di come possa essere usato un computer connesso alla rete viene dal progetto SETI, finanziato dalla NASA per la ricerca di segnali elettromagnetici provenienti dallo spazio, segno di civiltà aliene. La mole di dati scandagliata è talmente grande che neppure un ammasso di computer sarebbe capace di analizzarla e così è stato ideato il programma SETI@home che permette a chiunque nel mondo, scaricando un programmino online, di utilizzare il proprio PC per analizzare i dati durante i momenti di pausa.

Per il futuro già si parla di “computer quantistici” che, rivoluzionando completamente l’architettura dei PC attuali, promettono di riuscire a risolvere problemi al momento ritenuti non risolvibili analiticamente. Da quanto si legge ora questi computer saranno destinati solo ad una stretta elite di ricercatori, ma, ricordando gli immensi calcolatori degli anni ’40 e ’50, chi può dire che tra un paio di decenni non saremo circondanti da palmari quantistici.

Siamo giunti alla conclusione anche di questa puntata di Con-Scientia, e spero che questa, come le altre vi abbia interessato. Quando ho iniziato a scrivere questo articolo non avevo un obiettivo ben preciso, ma ora che l’ho finito credo che magari la sua lettura possa servire a qualcuno di voi a rispettare maggiormente il computer che ha tra le mani. Ultimamente la troppa diffusione del PC lo ha banalizzato, rendendolo quasi solo uno strumento di comunicazione, a volte banale. Chissà che da oggi ogni volta che accenderete il vostro computer, o il vostro tablet, non pensiate che può fare ben altro che portarvi a leggere Con-Scientia.

Adesso ci sono un paio di sorprese per voi. La prima è il ritorno della domanda, come era consuetudine nelle prime puntate. Quella di oggi è, a prima vista, semplice (ma diffidate delle apparenze): vi siete mai chiesti qual è considerato il primo computer della storia? Vediamo chi riesce a dare la risposta corretta.

Infine, nel ricordarvi l’indirizzo e-mail al quale rispondere (con-scientia@fastwebnet.it) approfitto per comunicarvi che da oggi iniziamo un servizio di mailing list e newsletter. Scrivendo a quell’indirizzo e-mail potrete richiedere di farne parte, così da ricevere nella vostra casella di posta le comunicazioni sulle uscite di Con-Scientia e poter partecipare anche ai dibattiti che di volta in volta potranno nascere.

Fonte: http://interno18.it

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