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Sunday, August 21, 2011

Hiroshima 66 anni dopo, premier Kan 'ora meno nucleare'


TOKYO - Anche il nucleare a uso civile va riconsiderato. A 66 anni dal lancio dell'atomica su Hiroshima, la sfida, più urgente che mai, è andare oltre: la lezione di Fukushima deve spingere il Giappone a rivedere le sue politiche energetiche, in profondità. Una riflessione ripresa oggi sia dal sindaco della città martire che dal premier Naoto Kan. Kazumi Matsui, il sindaco della città distrutta il 6 agosto del 1945 dall'ordigno sganciato alle 8.15 dalla superfortezza americana volante B-29 'Enola Gay', ha espresso, davanti a decine di migliaia di persone riunite al Peace Memorial Park, tutti i suoi dubbi sul cosiddetto "uso pacifico del nucleare", in aggiunta allo storica battaglia, insieme alla città di Nagasaki, contro la proliferazione e per un mondo senza più l'atomica. "L'incidente di Fukushima e le radiazioni che continuano ancora oggi a essere disperse, hanno creato paura diffusa e minato la fiducia sulla generazione elettrica dal nucleare. Il governo - ha affermato Matsui, figlio di un sopravvissuto alla tragedia del '45, leggendo, dopo gli otto rintocchi di campana a coprire un interminabile minuto di raccoglimento e preghiera, la 'Dichiarazione sulla Pacé - deve accettare la situazione con onestà e rivedere velocemente le proprie politiche per riconquistare la fiducia dell'opinione pubblica". Da parte sua, il premier Naoto Kan ha scelto un posto dal forte carattere simbolico, teatro del primo olocausto atomico della storia dell'umanità, per dare maggiore spinta alla sua campagna sul distacco dall'atomo, a favore di fonti rinnovabili. Un impegno 'rivoluzionario' che segna un cambiamento di rotta in un Paese che ha fino ad oggi fatto del nucleare il pilastro del suo sviluppo economico e industriale, unico al mondo a essere vittima di un disastro bellico e civile. "Rifletterò profondamente - ha affermato il premier nel suo breve intervento - sul 'mito della sicurezza' nucleare, indagando a fondo le cause dell' incidente di Fukushima e le misure fondamentali per garantire la sicurezza, così come la riduzione della dipendenza dalle centrali nucleari, puntando a una società" più autonoma. Più netto il messaggio dell'associazione degli 'hibakusha' (letteralmente 'sopravvissuto' alle radiazioni): "uomo e nucleare non possono coesistere". Uno slogan ripreso (insieme a 'mai piu' Fukushima, mai più Hiroshima) dalle migliaia di partecipanti alla marcia, dopo la cerimonia ufficiale, voluta da attivisti e sopravvissuti contro centrali e proliferazione. Al Peace Memorial Park c'erano i rappresentanti di 66 Paesi, tra cui James Zumwalt, numero due dell'ambasciata Usa a Tokyo (l'anno scorso, per la prima volta,intervenne l'ambasciatore John Roos) e le delegazioni di Francia, Gran Bretagna, Russia e Onu. Nel 1945, il bilancio delle vittime, a causa della potenza dell' ordigno 'Little Boy', furono alla fine dell'anno 140.000 su un totale di 350.000 residenti. Gli Usa, tre giorni dopo, sganciarono una seconda bomba atomica sulla città di Nagasaki, mentre il Giappone, sei giorni più tardi, si arrese chiudendo la disastrosa avventura della Seconda guerra mondiale.

Fonte: ansa.it

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