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Saturday, November 19, 2011

A caccia di oceani su Plutone


Credit: NASA/Johns Hopkins University.

La sonda New Horizons della Nasa, lanciata nel 2006, raggiungerà Plutone tra Aprile e Luglio del 2015, e le relative immagini potrebbero aiutare gli astronomi a determinare se sotto la superficie fredda si nasconde un oceano di acqua liquida. La superficie esterna di Plutone è composta da un sottile guscio di ghiaccio di azoto, che copre un guscio di ghiaccio d’acqua. Gli scienziati Guillaume Robuchon e Francis Nimmo, entrambi della University of California a Santa Cruz, vorrebbero scoprire quali segni visibili possa produrre in superficie un eventuale oceano di acqua. I due scienziati hanno modellato l’evoluzione termica del pianeta nano e ne hanno inoltre studiato il comportamento per vedere come la superficie sarebbe stata influenzata dalla presenza di un oceano sottostante. La sonda dell’ente spaziale, misurerà esattamente la forma del pianeta e valuterà eventuali rigonfiamenti, la temperatura superficiale, la composizione atmosferica e il vento solare. Un altro obiettivo sarà studiare le caratteristiche di superficie. Le variazioni di temperatura creano una variazione di volume, creando tensioni superficiali. La classificazione di queste caratteristiche permetterà di capire se la superficie si sovrappone ad un oceano. La presenza di acqua negli strati sottostanti conferirebbe una forma allungata al ghiaccio superficiale, mentre uno strato solido significherebbe una compressione, come se il materiale si stato spremuto in passato. Tali fratture probabilmente abbracciano tutto il globo, piuttosto che essere unico per aree specifiche. La mappatura comincerà tre mesi prima il suo massimo avvicinamento, dal momento che non sarà possibile a causa di alcune complicazioni, osservare tutta la superficie planetaria, ma solo quella illuminata dal Sole, e solo quella vicino la sonda avrà un’altissima risoluzione, pari a 62 metri per pixel da 12.500 Km. Ma naturalmente anche le immagini meno nitide saranno pur sempre più dettagliate di 10 volte rispetto a quelle del lontanissimo telescopio spaziale Hubble. Crinali e valli con altezze e profondità di 80 metri dovrebbero essere distinguibili. Altre caratteristiche includono i potenziali geyser simili a quelli trovati sulla luna di Saturno, Encelado e sulla luna di Nettuno, Tritone. Ad una media di quaranta volte la distanza dal Sole alla Terra, Plutone sembra un candidato improbabile per ospitare un oceano, anche nel sottosuolo. Ma il calore che potrebbe sciogliere il ghiaccio sarebbe venuto dal suo interno. La principale fonte di energia deriva probabilmente dall’interno roccioso, dove subiscono il decadimento degli isotopi radioattivi. Tra questi elementi, i ricercatori hanno scoperto che il potassio presente a sufficienza nel nucleo di Plutone si tradurrebbe in ghiaccio fuso sopra di esso. La quantità di potassio necessaria sarebbe di circa un decimo di quello trovato in meteoriti del sistema solare primordiale. “Penso che ci sono buone possibilità che Plutone abbia abbastanza potassio per mantenere un oceano“, ha detto Nimmo. Un fattore importante che può influire sulla formazione di un oceano è la viscosità del ghiaccio. Secondo i modelli, l’oceano planetario avrebbe una profondità media di circa 165 km sotto una crosta di ghiaccio dello stesso spessore. Gli scienziati considerano l’acqua come necessaria per la vita come noi la conosciamo, per cui l’attenzione tende a cadere sulla zona abitabile intorno alle stelle, ossia regioni dove le temperature permettono la presenza di acqua allo stato liquido, oltre alla presenza di un pianeta roccioso. Nel nostro sistema solare l’acqua liquida si è candidata all’esistenza su Europa, Ganimede e Callisto, satelliti di Giove che potrebbero contenerla sotto una crosta ghiacciata, e su Titano, satellite di Saturno, anch’esso candidato alla presenza di un oceano sotterraneo. Secondo Nimmo, è improbabile che Plutone possa ospitare la vita, perché i nutrienti organici ritenuti necessari sono probabilmente colati via anni fa. Tuttavia, se esistesse un oceano sotto la superficie del pianeta nano, gli altri oggetti della fascia di Kuiper sarebbero potenzialmente più vivibili di quanto precedentemente sospettato. Tali oggetti potrebbero contenere non solo acqua allo stato liquido, ma gli ingredienti necessari per la vita che manca probabilmente su Plutone.

Fonte: NASA – New Horizons

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