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Monday, November 21, 2011

Centrali nucleari francesi non sicure in caso di catastrofi naturali

centrale nucleare francese

Torniamo a parlare di nucleare in Francia, dal momento che la buona tenuta delle centrali nucleari francesi ci riguarda molto da vicino. Proprio sul fronte sicurezza ci sono novità. L’IRSN, agenzia francese che si occupa di radioprotezione e sicurezza nucleare, il 17 novembre scorso ha infatti rilasciato un rapporto di cinquecento pagine sull’esito degli stress test, chiesti sia dal Governo che dall’Europa, in seguito all’incidente nucleare di Fukushima.

Il dossier sostiene che nessuna delle centrali nucleari francesi attualmente in esercizio è insicura al punto da giustificarne la chiusura, altrimenti questa misura sarebbe già stata presa. Bisogna, però, aumentare la resistenza e la tenuta dei reattori in caso di terremoti, alluvioni ed altri eventi naturali di portata estrema. E bisogna farlo al più presto, trattandosi di fenomeni naturali imprevedibili.

Le centrali presentano infatti gravi lacune sul fronte della sicurezza, dal momento che non sono state progettate per resistere ad eventi estremi. Ed oggi, come abbiamo visto purtroppo in Giappone, devono invece essere pronte a qualsiasi eventualità. Ad esempio, sono state rilevate riserve d’acqua insufficienti ad alimentare i generatori di vapore in caso di emergenza. Inoltre non è stato calcolato in modo adeguato il rischio sismico per i sistemi di ventilazione dei gruppi elettrogeni d’emergenza e per i sistemi di ancoraggio di alcune tubazioni.

In alcuni siti nucleari gli standard di sicurezza non sono conformi alle attuali conoscenze sui rischi naturali. In caso di terremoti violenti e di inondazioni devastanti risulterebbero dunque obsoleti. Su questo fronte, ha spiegato Repussard, bisogna intervenire al più presto per colmare le lacune senza perdere altro tempo.

I siti più a rischio in caso di terremoto sono Fessenheim (Haut-Rhin), Bugey (Ain) e Civaux (Vienne). Le centrali più vulnerabili in caso di alluvioni sono Fessenheim, Tricastin (Drôme e Vaucluse), Cruas (Ardèche), Chinon (Indre-et-Loire) e Saint-Laurent (Loir-et-Cher). In caso di terremoti, esplosioni o alluvioni, allo stato attuale la sicurezza in queste centrali non è affatto garantita.

Per potenziare la tenuta degli impianti ci vorranno anni ed enormi investimenti ma tutto resterà fermo fino all’inizio del 2012, quando dall’analisi del rapporto verranno presi i primi provvedimenti. Nel frattempo non resta che sperare non si verifichino calamità naturali. Condividiamo lo sgomento di Stéphane Lhomme, presidente dell’Observatoire du nucléaire. Lhomme si dice infatti stupito dalle conclusioni del rapporto: come si può affermare che la produzione può continuare in tutti i reattori, ammettendo allo stesso tempo che ci sono delle gravi falle nella sicurezza che andrebbero corrette immediatamente? Già, come si può?

Fonte: http://www.ecoblog.it

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