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Tuesday, April 24, 2012

I carabinieri adottano il protocollo per gli Ufo

Nessuna superficialità: le segnalazioni sono registrate su un apposito modello. Domande minuziose e attenzione al meteo: il rapporto inviato all’Aeronautica 

PORDENONE. Chi scherza sugli Ufo, chi li considera una delle tante suggestioni care all’uomo, potrebbe considerare il fenomeno un po’ più seriamente se sapesse che gli avvistamenti Ufo, come le apparizioni della Madonna, vengono vagliate con estrema serietà. Non dalla Chiesa però, dai carabinieri.
Le segnalazioni che approdano nelle caserme dell’Arma, infatti, vengono registrate su un apposito modello “modello U” che esiste dal 2008.
Sul frontespizio del modulo si legge: modulistica da inviare al Reparto generale sicurezza di S.M.A. (Stato maggiore dell’aeronautica). Come si legge anche sul sito del Ministero della Difesa, il Reparto generale sicurezza «è l'organo deputato a raccogliere, verificare e monitorizzare le segnalazioni inerenti gli avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati (OVNI)».
E allora chi dovesse avvistarne uno si troverebbe a fare una denuncia ben più impegnativa di quella che si può fare quando si smarrisce un documento o quando si è vittima di un furto. Già perché il modulo U è articolato in quattro parti e ha ben 26 domande a cui rispondere.
Del rilevamento ottico di ufo, infatti, viene chiesto ogni particolare: data e luogo in cui è avvenuto, la condizione degli occhi (occhiali, binocolo, occhio nudo eccetera), dimensione forma colore, movimento, calore, odore, rumore, la dinamica della scomparsa, eventuali tracce e la traiettoria seguita.
Grande spazio anche alle condizioni meteo in cui è avvenuto l’avvistamento, ritenute determinanti. «Il cielo era limpido? Se c’erano nuvole – si legge al quesito quattro –, indicate se erano sparse o coprivano tutto il cielo e, possibilmente, di che tipo erano e a che altezza si trovavano. Se era notte, indicare se si vedevano bene le stelle e la luna. Indicate inoltre se c’era pioggia, neve, nebbia ecc. In caso vi fosse stato vento precisate se era forte e in che direzione soffiava».
Non mancano domande specifiche – al limite del paradossale – sul percorso dell’oggetto non identificato, con tanto di simulazioni. «Descrivete tutti gli spostamenti dell’oggetto (da che parte andava, con che velocità si muoveva, se saliva e scendeva ecc.). Indicate anche quanto tempo impiegava in ciascuna delle operazioni descritte: a questo scopo controllate con un orologio i tempi indicati, immaginandovi di essere di nuovo presenti al fatto».

Fonte:  http://messaggeroveneto.gelocal.it








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