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Saturday, May 12, 2012

Arrivano le zucchine spaziali, crescono in serra e sono buone

L'idea è nata otto anni fa, non dalla Nasa ma da un'azienda della provincia di Latina, l'Aero Sekur. Il progetto prevedeva di realizzare serre gonfiabili ad alta tecnologia che potessero ospitare coltivazioni di vegetali per alimentare gli astronauti in orbita. Sembrava una cosa da visionari e invece il programma è partito davvero e nel 2011 è arrivato nello spazio insieme all'astronauta Paolo Nespoli che ha fatto nascere piantine in una serra gonfiabile. Il debutto all'Expo 2015 -


di Laura Pesino

LATINA - Nel lontano 2004 a sentirli parlare della strana materia “dell'agrospazio” sembrano dei visionari. Volevano far crescere piante di zucchine e pomodori nello spazio, con lo scopo di alimentare gli astronauti in orbita e l'obiettivo folle di raggiungere la Luna. Il progetto si chiamava “Lawinio” - Latina Wildlife and Vegetation Iniziative In Orbit. E non partiva dalla Nasa americana, ma dalla provincia pontina, firmato dall'Aero Sekur, una prestigiosa azienda del settore aerospaziale che ha la sua sede nella città di Aprilia. L'idea era quella di progettare, attraverso tecnologie sperimentali applicate all'aerospazio e all'agricoltura, una vera e propria serra, destinata però alla coltivazione di specie vegetali in ambienti estremi e nello spazio. Un'intuizione degna del migliore romanzo di fantascienza, nata, non a caso, in un piccolo territorio a forte vocazione agricola.

Otto anni dopo quel progetto, sposato da Federlazio Latina, ha travalicato i confini nazionali e perfino terrestri. Ha raggiunto prima l'Asi, l'Agenzia spaziale italiana, poi l'Esa, agenzia europea, e infine la Nasa, che hanno riconosciuto la valenza tecnologica dell'esperimento. Poi, è entrato davvero in orbita il 29 gennaio dello scorso anno, quando la navicella russa Progress ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale. A bordo prendeva vita l'esperimento, con un sistema di serre sviluppato da Aero Sekur e gestito dall'astronauta italiano Paolo Nespoli, che ha fatto nascere nello spazio piantine di Arabidopsis, detta comunemente Arabetta, una pianta studiata come organismo modello per le scienze vegetali. Tutte le attività a bordo della stazione spaziale sono state registrate, monitorate e poi utilizzate dalle scuole di tutta Europa, allo scopo di ispirare la futura generazione di fisici, ingegneri, scienziati ed esploratori spaziali.

serra spaziale 2


Otto anni fa il progetto prevedeva di realizzare un sistema di supporto per la permanenza umana nello spazio. Trasformando in ossigeno l'anidride carbonica prodotta dalla respirazione degli astronauti, e rigenerando liquidi per produrre cibo, realizzando artificialmente un ciclo completo e integrato.

Negli anni successivi i prototipi di serre gonfiabili targate Aero Sekur sono state collegate alla coltivazione di prodotti commestibili in ambienti estremi. Le sperimentazioni hanno toccato i luoghi più remoti del pianeta, mentre il progetto veniva discusso dagli esperti a Washington, Venezia e Mosca, raccogliendo consensi tanto nella comunità industriale quanto in quella scientifica.

Il tema della serra spaziale è ora inserito nel progetto Baolab, presentato in concorso per l'esposizione Expo 2015. Con le stesse tecnologie l'obiettivo è di realizzare una struttura monumentale, un sistema agroalimentare completamente autosufficiente in grado di produrre coltivazioni per l'alimentazione umana in spazi impensati: dalle aree urbane al deserto fino, naturalmente, allo spazio. Tutto a impatto zero. E con la possibilità di creare, anche sulla Terra, nuove tecnologie applicate all'agricoltura che risolvano le principali criticità della coltivazione delle serre: dallo spreco dell'acqua all'utilizzo di sostanze chimiche, dall'impoverimento del terreno alla scarsa capacità produttiva.

Ora si passa alla quinta fase dell'esperimento, che passa per il tradizionale workshop biennale sull'agrospazio che Aero Sekur e Federlazio Latina hanno programmato i prossimi 24 e 25 maggio a Sperlonga, chiamando a raccolta gli esperti dell'Università dell'Arizona, il Ceac e gli scienziati delle agenzie spaziali Esa e Asi.

Dopo la realizzazione del primo sito pilota ad alta tecnologia, grande circa 5 metri per 10, il prossimo passo è l'automazione. Chiaro che finora tutte le operazioni sono state effettuate manualmente da operatori specializzati e competenti, ma l'automazione dell'intero sistema è la prossima, ambiziosa sfida per garantire una completa autonomia della greenhouse. Allo studio c'è ora un sistema di filtraggio selettivo e purificazione controllata dell'aria; nuove coperture della serra che contribuiscono al mantenimento delle condizioni interne ottimali e un'illuminazione a led altamente avanzata e dedicata esclusivamente alla coltivazioni di specie vegetali in serra.

Fonte: http://affaritaliani.libero.it

Commento di Oliviero Mannucci: Il futuro nello spazio parla chiaro. Gli astronauti che colonizzeranno il sistema solare saranno vegetariani, perchè allevare bestiame a bordo di un eventuale astronave è troppo dispendioso. Io sono vegetariano dal 1985 e voi? Se ci ricordassimo che anche la Terra è una gigantesca astronave, ecome tale ha delle risorse limitate, tutta la popolazione dovrebbe adottare una alimentazione vegetariana. Documentatevi sull'argomento e scoprirete il perchè. Intanto guardatevi questo video:



Avete capito adesso!

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