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Wednesday, May 9, 2012

Ferloni: «Sul nucleare abbiamo scritto la parola fine»

PAVIA. Con i quesiti referendari dello scorso giugno l’Italia ha detto addio al nucleare, e così altri Paesi, sulla scia emotiva del disastro di Fukushima. A fare il punto sulla situazione ci prova...

PAVIA. Con i quesiti referendari dello scorso giugno l’Italia ha detto addio al nucleare, e così altri Paesi, sulla scia emotiva del disastro di Fukushima. A fare il punto sulla situazione ci prova Paolo Ferloni, autore del libro “Incoscienza nucleare. I danni provati dall’energia nucleare civile e militare” (Effigie, pagg. 134, 10 euro). Il volume verrà presentato alle 18 di questa sera alla libreria Feltrinelli di Pavia (in via XX Settembre 21). Ci sarà anche il professor Adalberto Piazzoli, sostenitore delle potenzialità del nucleare. Ne parla lo stesso Ferloni.

Come commenta le ultime scelte di Germania e Giappone?

«In modo positivo, nonostante il ritardo del Giappone, che si è sempre dimostrato eccessivamente prudente, anche nella valutazione del rischio di Fukushima. Per loro ora il problema è quello delle radiazioni che hanno contaminato riso e pesce. E’ facile percepire una certa invidia della popolazione per i risultati del nostro referendum».

Quindi abbiamo messo una pietra sopra al nucleare?

«Direi di si, non c'è volontà di riprenderlo anche perché non ci sarebbe sostegno economico all'iniziativa. Nell'87 eravamo pronti ad un buon nucleare, il referenduum dopo chernobyl l'ha bloccato ma nel quesito dell’epoca non si parlava di arrestare le centrali già operative. Il governo Andreotti scelse di abbandonare la produzione, accollandosi anche penali gravose. Oggi il futuro è nel fotovoltaico. Oltre a Chernobyl e Fukushima il libro parla anche di storie meno conosciute. Come la catastrofe degli Urali del ‘57: una esplosione di nitrati radioattivi causò guai enormi, danni in tutta europa, ma nessuno se ne accorse, non c’erano strumenti per valutare l’impatto».

Fonte: http://laprovinciapavese.gelocal.it

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