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Wednesday, May 9, 2012

Fukushima, ong giapponesi: «Gravi rischi per il pianeta dal combustibile esaurito del reattore 4»

Le grandi manifestazioni antinucleari in Giappone hanno sorpreso diversi giornali italiani che evidentemente ignorano che l'emergenza di Fukushima Daiichi in quel Paese non è mai finita. Ad oltre un anno dal disastro nucleare aumentano le preoccupazioni su quel che potrebbe ancora accadere nella centrale nucleare, in particolare per l'instabilità della piscina di raffreddamento del reattore 4, dove il combustibile esaurito ha 10 volte più cesio-137 radioattivo di quello scaricato nell'atmosfera dalla tragedia nucleare di Chernobyl nel 1986. Alla fine del 2011 il governo giapponese aveva annunciato che i liquidatori della Tokyo electric power company (Tepco) erano riusciti ad ottenere l'arresto a freddo dei tre reattori danneggiati, ma i bacini di stoccaggio delle scorie sono ancora a rischio e questo significa che la crisi nucleare è ancora lontana dall'essere conclusa.

La piscina di stoccaggio del combustibile esaurito del reattore 4 è stata danneggiata da due incendi e il livello dell'acqua era calato così tanto da mettere a nudo le barre stoccate al suo interno. Nessuno sa ancora quali siano i veri livelli di radiazione e di perdita di acqua ma molti esperti temono che un'ulteriore esposizione e il contatto con l'aria portino l'acqua della piscina in ebollizione, con una nuova minaccia di esplosioni di idrogeno del tipo di quelle che hanno già distrutto gli edifici del reattore, per non parlare dei danni ai rivestimenti delle barre di combustibile e dei rilasci di radiazioni.

In una petizione congiunta ("to the United Nations to help Japan and the planet") inviata nei giorni scorsi al segretari generale dell'Onu Ban Ki-moon da esperti nucleari statunitensi e giapponesi come Arnie Gundersen, Robert Alvarez, Hiroaki Koide, Masashi Goto e da Mitsuhei Murata, ex ambasciatore giapponese in Svizzera, da Akio Matsumura,un ex diplomatico Onu e da 73 Ong giapponesi si legge: «Quasi tutti i 10.893 spent fuel assemblies dell'impianto di Fukushima Daiichi sono in piscine vulnerabili ai futuri terremoti, con livelli di longevità di circa 85 volte più lunghi rispetto a quella rilasciata a Chernobyl».Gli esperti e le Ong ricordano a Ban di aver sempre messo in guardia il governo di Tokyo e l'International atomic energy agency «Contro l'alto rischio della piscina del combustibile nucleare esaurito dell'unità 4 di Fukushima». Il senatore statunitense Roy Wyden, dopo la sua visita alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi il 6 aprile scorso, in un comunicato stampa sottolineava «Il rischio catastrofico dell'unità 4 di Fukushima Daiich, chiedendo un intervento urgente del governo Usa ed ha anche inviato una lettera ad Ichiro Fujisaki, ambasciatore del Giappone negli Usa, chiedendo il Giappone di accettare l'aiuto internazionale per affrontare la crisi».

Nella petizione a Ban Ki-moon si legge: «Noi le organizzazioni civili giapponesi esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione perché il nostro governo non informa i cittadini riguardo all'entità del rischio della piscina del combustibile nucleare esaurito dell'unità 4 di Fukushima Daiichi. Tenuto conto del fatto che il crollo di questa piscina potrebbe portare a conseguenze potenzialmente catastrofiche che hanno implicazioni a livello mondiale, quello che il governo giapponese dovrebbero fare come un membro responsabile della comunità internazionale è di evitare qualsiasi ulteriore disastro attraverso la mobilitazione di tutta la conoscenza e i mezzi a disposizione, al fine di stabilizzare questo combustibile nucleare esaurito. E' evidente che la piscina del combustibile nucleare esaurito dell'unità 4 di Fukushima Daiichi non è più un problema giapponese, ma un problema internazionale con conseguenze potenzialmente gravi. Pertanto, è imperativo per il governo giapponese e la comunità internazionale lavorare insieme su questa crisi prima che sia troppo tardi. Ci appelliamo alle Nazioni Unite perché aiutino il Giappone e il pianeta a prevenire le conseguenze irreversibili di una catastrofe che potrebbe influenzare le generazioni a venire».

Di fronte alla possibilità di un'altra catastrofe, il governo giapponese sembra comportarsi come durante il disastro nucleare del 2011: negare il problema e minimizzare rischi. Ma l'opinione pubblica giapponese, esperti e politici vedono ormai un intervento tecnico-scientifico internazionale come l'unica possibilità di evitare un nuovo disastro. Le 72 Ong giapponesi chiedono all'Onu: 1. Le Nazioni Unite dovrebbe organizzare un vertice per la Sicurezza Nucleare che assuma il problema cruciale della piscina del combustibile nucleare esaurito dell'unità 4 di Fukushima Daiichi. 2. Le Nazioni Unite dovrebbero istituire un team indipendente di valutazione relativo all'unità 4 di Fukushima Daiichi e coordinare l'assistenza internazionale al fine di stabilizzare il combustibile nucleare esaurito dell'unità ed evitare conseguenze radiologiche, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.

Fonte: http://www.greenreport.it

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