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Thursday, May 3, 2012

La NASA finanzia un progetto per mettere in orbita satelliti per la produzione di energia solare


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 Raccogliere l'energia del sole nello spazio dove le condizioni sono certamente eccellenti per questo genere di attività (in quanto l'intensità non è diminuita dai gas presenti nell'atmosfera, non ci sono giorni nuvolosi e, dunque, concettualmente si potrebbe raccogliere la radiazione solare 24 ore al giorno) è sempre stata un'idea che è apparsa più come frutto dell'immaginazione dell'uomo che non un progetto attualizzabile.
Se vi ricordate, già qualche tempo fa abbiamo accennato a qualcosa del genere (leggi qui), ma si trattava solo, per l'appunto, di un'idea di uno studente.
Ora, invece, le cose hanno preso una piega diversa perché a muoversi su questo fronte è scesa in campo la NASA, ovvero l'ente spaziale americano, che sta finanziando il progetto della Artemis Innovation Management per la costruzione di una centrale satellitare posta in orbita nello spazio.
Il punto di svolta per questa idea che sembrava inarrivabile è la tecnologia sviluppata l'ex ingegnere della NASA John Mankins, ora a capo del progetto: in pratica, i satelliti hanno un design biomimetico (ovvero ispirato dalla Natura) che replica i petali dei fiori.
I petali solari sarebbero poi coperti con piccoli specchi a film sottile così che possano essere curvati per convogliare la luce solare direttamente sulle celle fotovoltaiche.
L'energia raccolta verrebbe successivamente convertita in microonde e trasmessa sulla Terra. Visto in termini teorici, il potenziale di questa tecnologia è davvero enorme: grazie alla sua collocazione e alle eccellenti condizioni operative, il satellite potrebbe plausibilmente inviare un flusso costante di microonde di energia, forse addirittura migliaia di megawatt, che potrebbe dare uno slancio incredibile all'energia pulita immessa nella rete elettrica.
Il fatto poi che ci sia l'ente spaziale americano a finanziare il progetto di per sé è una garanzia che non si tratti solo di un semplice studio, ma che forse (speriamo presto) l'idea si trasformi in realtà.

Fonte: http://www.improntaecologica.it

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