Statistiche

Saturday, June 30, 2012

Stati Uniti: in Louisiana i fiumi ribollono!



- Misteriose bolle stanno affiorando in superficie lungo i corsi d'acqua a Bayou Corne nello stato della Louisiana,i funzionari stanno cercando di individuarne le cause, che per il momento risultano ancora sconosciute.L'isolito fenomeno e' stato scoperto dai residenti del luogo che hanno visto affiorare in superficie lungo un fiume delle enormi bolle.Alcuni di loro cominciano a preoccuparsi perche' stanno associando l'evento alla serie di smottamenti e crepe che negli ultimi tempi hanno interessato il territorio della citta.infatti diversi abitanti hanno denunciato dei veri e propri spostamenti del sottosuolo che stanno mettendo a repentaglio la stabilita' di alcune abitazioni.Per il momento gli esperti non riescono a trovare una correlazione tra questi due fenomeni che stanno allarmando i residenti della cittadina statunitense.

Scoperto il più antico e più grande cratere mai trovato sulla Terra?













Uno studio sulle rocce della Groenlandia potrebbe aver portato alla scoperta di qualcosa di inaspettato: il cratere di un meteorite più antico e più grande mai trovato sulla Terra.

I ricercatori ritengono che il cratere si sia formato 3 miliardi di anni fa.Secondo le stime misurerebbe attualmente circa 100 chilometri da un lato all'altro. Ma prima che subisse l'erosione del tempo, era probabilmente più di 500 km di larghezza, il che lo renderebbe il più grande cratere finora scoperto sulla Terra.
Il team ha calcolato che l'imponente formazione sia stata causata da un meteorite di 30 km larghezza, che, se colpisse la Terra oggi, spazzerebbe via ogni forma di vita superiore dal pianeta.
3 miliardi di anni fa,nel luogo dell'impatto, la terra fu erosa fino 25 km al di sotto della superficie originale. Ma gli effetti dell'onda d'urto e del calore intenso,penetrarono in profondità nella Terra, e ancora oggi sono visibili, ha detto Garde, un ricercatore del Geological Survey danese.

Garde ha condotto nel corso degli anni ricerche sulla geologia della Groenlandia notando diverse stranezze. nel settembre 2009, dopo una serie di attente analisi arrivo' alla conclusione che si poteva trattare di un impatto meteorico.La presenza di rocce frantumate di forma circolare ed i depositi fusi di un minerale chiamato K-feldspato (o potassio-feldspato)che avrebbe potuto essere liquefatto solo a temperature estremamente elevate, come quelle causate da un impatto di un meteorite.
Il dibattito e' ancora aperto nel mondo scientifico che ritiene interessante ed abbastanza attendibile l'ipotesi del ricercatore danese.

La Cina si prepara ad andare sulla Luna. Intanto, dopo 13 giorni, in Mongolia è atterrata la capsula dei record

Alle 3.05 di venerdì 29 giugno, appesa a un grande paracadute che ne ha rallentato la caduta, la capsula cinese Shenzhou 9 è atterrata nella Mongolia centrale. Con questo termina una missione spaziale perfetta e importantissima per la Cina in primis, ma anche per gli altri attori del mercato spaziale. La capsula era partita 13 giorni fa con un razzo Lunga marcia 2F, un vettore particolarmente collaudato. All'interno, per la prima volta, un equipaggio umano: tre astronauti, tachionauti nel caso cinese, fra cui la prima donna di quella nazione a volare, Liu Yang, 33 anni, maggiore dell'aeronautica.

Una missione dai molti primati: la prima ad agganciarsi sia in modo automatico che manuale alla stazione Spaziale Tiangong 1, Palazzo celeste, il primo volo così lungo per i cinesi e la prima volta della visita e permanenza di un equipaggio nella loro stazione spaziale, lanciata lo scorso anno e completa, al momento, solo dei principali "pezzi".
Un record notevole che porta la Cina al terzo posto dopo Usa e Russia nella classifica spaziale. Tutti contenti, il Premier Wen Jabao che vede realizzarsi il piano spaziale programmato con tanta enfasi dal Partito comunista cinese e gli astronauti, orgogliosi di avere dato al loro Paese una soddisfazione tanto grande.

La prima donna cinese a volare, Liu Yang, 33 anni, maggiore dell'aeronautica

La prima donna cinese a volare, Liu Yang, 33 anni, maggiore dell'aeronautica

Liu Yang ha assicurato i giornalisti, fra bandiere al vento in stile socialismo reale, che entro la loro stazione si sta molto bene, anche se è stata parecchio criticata perché troppo piccola, sulle 60 tonnellate di massa circa un quinto della Stazione spaziale internazionale delle nazioni occidentali più Giappone.

A parte la propaganda la missione è veramente un successo dato che gli astronauti si sono staccati dalla loro stazione, cui erano arrivato in pratica con un pilota automatico, e poi si erano riattaccati comandando la navicella manualmente, una manovra delicatissima. Usa e Russia, allora Urss, possiedono questa tecnologia dalla fine degli anni '60, ma erano gli unici.

Ora il programma prevede nuove missioni e la costruzione di una definitiva e più complessa stazione spaziale entro il 2020.
Strada in discesa quindi ? Neanche per idea, il difficile comincia ora: quello che si poteva fare con il loro miglior razzo lanciatore è stato fatto, ora ci vuole il nuovo modello, Lunga Marcia 5, capace di portare in orbita fino a 25 tonnellate se si vuole continuare a costruire la Stazione Tiangong 1 come dai piani. Il primo volo è previsto per il 2114.

Sempre di più poi ci si chiede perché questo programma non possa essere fatto in collaborazione con altri Paesi. Ovvio che i cinesi vogliano guadagnare piena autonomia, ma un stazione spaziale, che gli occidentali hanno già da un decennio almeno, e portare l'uomo sulla Luna non sembra il massimo dell'originalità. Ma questo Paese non ha certo mancato di stupirci negli ultimi anni e forse lo farà ancora in questo campo, sempre più strategico a livello globale. Già ora ha il record per il numero di satelliti lanciati lo scorso anno, una capacità di "fuoco" notevolissima in un mondo sempre più affamato di telecomunicazioni, sorveglianza e rilevamento.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

Scheda/L'acqua nel sistema solare

Dalla Luna a Marte le prove aumentano di anno in anno

Saturno

Dalla Luna a Marte, a Titano fino alle comete: l'acqua è ovunque nel Sistema Solare. La corsa agli indizi che rivelano oceani nascosti, ghiacci o semplici molecole era cominciata all'inizio degli anni '70, ma non e' mai stata intensa come negli ultimi anni, fino a oggi con la scoperta di un oceano nascosto sotto la superficie della più grande luna di Saturno, Titano. Ecco le principali tappe della caccia all'acqua al di fuori della Terra:

- LA COMETA KOHOUTEK: è stata il primo corpo celeste nel quale é stata rilevata la presenza di tracce d'acqua. Le prime osservazioni risalgono al 1973, sono state condotte dall'Italia, dall'osservatorio di Asiago.

- LUNA: i primi a scoprire tracce d'acqua, sotto forma di molecole imprigionate nelle rocce, sono stati gli strumenti a bordo di tre sonde: l'indiana Chandrayaan-1, la sonda Cassini con il radar italo-americano Vims (Visual and infrared mapping spectrometer) e l'americana Deep Space.

- MARTE: le prime tracce della presenza di ghiaccio d'acqua sul pianeta rosso sono state rilevate da due radar, entrambi progettati dall'università di Roma La Sapienza e dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa: il Marsis (sulla sonda europea Mars Express) e Sharad (sul Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa).

- ENCELADO: nubi di vapore sulla piccola luna di Saturno sono state osservate nel 2006 dalla sonda Cassini. Il fenomeno era evidente nel Polo Sud, mentre la superficie della luna era resa brillante dalla presenza di ghiaccio.

- EUROPA: c'é acqua anche sotto la superficie della più luminosa delle 17 Lune di Giove. E' stata scoperta dalla sonda Galileo.

- TITANO: la sonda Cassini ha scoperto un oceano di acqua liquida nel sottosuolo di Titano misurando gli effetti del campo gravitazionale di Saturno sulla luna.

Fonte: ansa.it



UFO IN SARDEGNA: Stefano Farigu 27 giugno 2012 ore 23 e 22 Capoterra Sardegna

Ufo a Povoletto? Torna in Friuli il mistero dei cerchi nel grano

Le misteriose figure geometriche sono apparse nei campi di Sall di Povoletto, alle porte di Udine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che stanno cercando di capire le cause del fenomeno

Cerchi nel grano a Povoletto: l'immagine è stata tratta dalla rete

Cerchi nel grano a Povoletto: l'immagine è stata tratta dalla rete

Tre cerchi nel grano e torna la sindrome Ufo. E' avvenuto questa mattina a Salt di Povoletto dove i cerchi sono apparsi misteriosamente in un campo. Sul posto sono interventi Carabinieri che stanno conducendo accertamenti.

Intanto nel campo di grano si e' anche riversata una folla di curiosi. I tre cerchi occupano quasi tutto il piccolo appezzamento di terreno. Due sono concentrici, un terzo e' situato al fianco degli altri.

Il grano risulta piegato e non spezzato ed e' ancora mistero su come e cosa abbia abbia prodotto le figure geometriche.

Fonte: http://www.udinetoday.it

Post Fukushima, nuove restrizioni per l'importazione di alimenti dal Giappone

Alcuni prodotti alimentari della prefettura di Iwate, in Giappone, dovranno essere sottoposti a controlli prima di essere esportati nell'Unione. Questo perché presentano livelli di radionuclidi superiori rispetto ai limiti previsti.

GreenReport - La colpa va ricercata nell'incidente della centrale nucleare di Fukushima del'11 marzo 2011, che ha comportato il superamento dei livelli di radionuclidi in alcuni prodotti alimentari originari del Giappone. Dato che tale contaminazione può costituire una minaccia per la salute pubblica e degli animali nell'Ue è stato adottato il regolamento di esecuzione (297/2011) che ha imposto condizioni speciali per l'importazione di alimenti per animali e prodotti alimentari originari del Giappone o da esso provenienti. Tale regolamento è stato sostituito dal regolamento di esecuzione 961/2011, a sua volta successivamente sostituito dal regolamento di esecuzione 284/2012 . E adesso subisce un'ulteriore modifica per includere la prefettura di Iwate nella zona colpita. E' stato, infatti, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi il relativo regolamento. Le autorità giapponesi hanno recentemente segnalato frequenti casi di non conformità nei funghi Shiitake coltivati su tronchetti nella prefettura di Iwate. I livelli della somma di cesio-134 e cesio-137 riscontrati nei funghi Shiitake così coltivati superavano il limite massimo di 100 becquerel/kg vigente in Giappone dal 1° aprile 2012. Anche in un numero significativo di campioni i livelli rilevati erano superiori al limite massimo applicabile anteriormente al 1° aprile 2012 (500 becquerel/kg). Altri casi di mancata conformità hanno riguardato alcuni campioni di felci e pesci originari di Iwate. La prefettura di Iwate non rientra tra le prefetture della zona colpita. In queste ultime è prescritto che tutti i prodotti per l'alimentazione animale e umana che ne sono originari siano sottoposti a controlli prima di essere esportati nell'Unione Europea.

Eleonora Santucci

Fonte: http://www.laperfettaletizia.com

Il mistero dei "cerchi magici" della Namibia
















Nelle pianure desertiche della Namibia sono state avvistate centinaia di formazioni circolari che sembrano apparire dal nulla, persistere per qualche decina d'anni, per poi sparire come sono comparse, lasciando soltanto deboli tracce sul terreno.


I "cerchi magici" della Namibia resistono in media 24 anni, con picchi di 75, stando a quanto sostiene una ricerca recentemente pubblicata su PLoS ONE. "Il perchè nascano questi cerchi è molto difficile a dirsi" spiega Walter Tschinkel, biologo della Florida State University e autore della ricerca. "Ci sono diverse ipotesi in ballo, e nessuna delle prove è convincente".
Durante un viaggio condotto nel 2005 all'interno della NamibRand Nature Reserve in Namibia, Tschinkel ha avuto modo di interessarsi ai "cerchi magici" osservandone centinaia disposti in modo apparentemente casuale lungo le praterie sabbiose della riserva.
Fino ad ora, nessuno si era interessato a fondo a questi cerchi, principalmente per motivi ambientali: la località in cui tendono a formarsi si trova a quasi 200 km dal primo villaggio, e il territorio è ostile, con temperature proibitive e animali selvaggi come struzzi, leopardi, antilopi e bestie di grossa taglia.
La riserva, infatti, si trova ai margini del Deserto del Namib, una delle località più aride del pianeta, e probabilmente in deserto più antico. Il Namib è composto da alture rocciose e veri e pripri mari di sabbia, con dune che possono estendersi per 30 km e raggiungere i 300 metri di altezza. Le temperature, lontano dalla costa, possono superare i 45°C durante il giorno, scendendo sotto allo zero durante la notte.
La sabbia del Namib riempie, da milioni di anni, le praterie che si estendono ai margini del deserto, dando origine ad un terreno in costante mutamento per l'azione dei venti, e sostanzialmente privo di roccia solida.
I "cerchi magici" sembrano formarsi soltanto in questo tipo di terreno, e non appaiono sulla superficie di dune o di depositi alluvionali.

La prima ipotesi sulla natura di questi cerchi prevedeva la presenza di grossi nidi di termiti nel sottosuolo, ma gli scavi non hanno portato alla luce alcun indizio che possa collegare le formazioni circolari a questiinsetti.


Si è quindi pensato alla differente composizione del terreno, intriso di diverse quantità di nutrienti, o permeato da tossine capaci di emettere vapori tossici dal terreno, ma anche in questo caso ci si trova in totale assenza di prove.
Le immagini satellitari e le foto aeree scattate tra il 2004 e il 2008 hanno mostrato che i cerchi sono relativamente stabili: fanno la loro apparizione dal nulla, e crescono in modo così rapido da essere difficilmente rilevabili durante la loro nascita, e rimangono pressochè identici per tutto l'arco della loro esistenza.
I cerchi sono resi ancora più evidenti dalla crescita delle piante: la vita vegetale sembra seguire il perimetro di queste formazioni, contribuendo ad evidenziarne i contorni. I cerchi più piccoli hanno un diametro di 2 metri fino al loro perimetro vegetale, mentre i più grandi possono raggiungere le dimensioni di 12 metri.
Il vento, trascinando via la sabbia dall'interno dei cerchi, trasforma queste formazioni in piccole depressioni, che col tempo vengono ripopolate dallepiante per poi trasformarsi in una debole traccia sul terreno del cerchio originale.
L'ipotesi su cui sta indagando Tschinkel è che i cerchi siano il risultato di una qualche forma di auto-organizzazione tra le piante. "Ci sono alcuni modelli matematici basati sull'idea che le piante possano attrarre risorse verso di loro, cosa che ha un impatto positivo sulla crescita locale, ma negativo su piante che si trovano a distanze superiori".
Il modello matematico sembra ricreare paesaggi molto simili ai "cerchi magici" della Namibia, ma non si ha ancora la minima idea di come lepiante possano creare queste figure circolari. Sempre ammesso che questa sia la spiegazione corretta.
"Non sono affatto preoccupato che questo mistero venga risolto in tempi brevi" sostiene Tschinkel. "E la persistenza del mistero lo rende ancora più intrigante. E' scienza, giusto? Se si sapessero le risposte in anticipo, non sarebbe così divertente".
Mysterious African 'Fairy Circles' Stump Scientists

http://it.paperblog.com/il-mistero-dei-cerchi-magici-della-namibia-1255372/

Il Vesuvio esplodera' con una potenza mai vista!




NEW YORK - "All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani". Lo scenario catastrofico è stato delineato dal professor Flavio Dobran, docente della New York University e ingegnere fluidodinamico prestato alla vulcanologia, che descrive l'eruzione dalla portata distruttiva e che non durerà più di 15 minuti. La sua previsione è frutto di studi accurati sia sull'Etna che sul vulcano partenopeo. L'unica incognita per Dobran resta la data: "Questa purtroppo non possiamo prevederla - precisa il professor Dobran - Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto sia per l’Etna che però il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore".

http://www.leggo.it/life/scienza/lesperto_americano_il_vesuvio_esplodera_con_una_potenza_mai_vista/notizie/185971.shtml

Un secondo aggiunto oggi per il rallentamento della rotazione della Terra

Renzo Carlucci

VLBI-Noto

Sabato 30 giugno 2012, un secondo in più verrà aggiunto a mezzanotte per tenere conto del fatto che la Terra sta prendendo sempre più tempo per completare un intero giro - un giorno - o, tecnicamente, un giorno solare.
"Il giorno solare va gradualmente aumentando perché la rotazione della Terra sta rallentando leggermente", dice Daniel MacMillan del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland USA.
Gli scienziati sanno esattamente quanto tempo ci vuole alla Terra per ruotare perché hanno fatto misurazioni per decenni con una tecnica estremamente precisa chiamata Very Long Baseline Interferometry (VLBI). Misure VLBI vengono effettuate quotidianamente da una rete internazionale di stazioni fino a condurre osservazioni allo stesso tempo e correlare i risultati. NASA Goddard fornisce il necessario coordinamento di queste misure, così come l'elaborazione e l'archiviazione dei dati raccolti. E la NASA sta supportando lo sviluppo della prossima generazione del sistema di Project Space VLBI attraverso l'agenzia di Geodesia, guidata da Goddard.

Dal VLBI, gli scienziati hanno imparato che la Terra non è il cronometro più affidabile. La rotazione del pianeta sta rallentando a causa delle generali forze di attrazione tra la Terra e la Luna. Ogni 100 anni circa, il giorno aumenta di circa 1.4 millesimi di secondo.
"Al tempo dei dinosauri, la rotazione completa della Terra avveniva in circa 23 ore", dice MacMillan, che è un membro del team VLBI della NASA Goddard. "Nell'anno 1820, una rotazione ha avuto esattamente 24 ore o 86.400 secondi standard. Dal 1820, il giorno solare medio è aumentato di circa 2,5 millisecondi."
Dal 1950, gli scienziati avevano già capito che alcune misurazioni scientifiche e le tecnologie richieste rchiedevano un cronometraggio più preciso della rotazione della Terra. Così, nel 1967, hanno ufficialmente cambiato la definizione di un secondo. Non era più sulla base della lunghezza di un giorno, ma su una misurazione estremamente prevedibile fatta di transizioni elettromagnetiche in atomi di cesio. Questi "orologi atomici" a base di cesio sono accurati a un secondo in 1.400.000 anni. La maggior parte delle persone in tutto il mondo si affida oggi al tempo standard in base al cesio: Coordinated Universal Time (UTC).

Un altro tempo standard, chiamato tempo universale 1 (UT1), si basa sulla rotazione della Terra sul suo asse rispetto al sole. UT1 è ufficialmente calcolato da misure VLBI, che si basano su punti di riferimento astronomici e hanno una precisione tipica di 5 microsecondi, o 5 milionesimi di secondo, o meglio.
"Questi punti di riferimento sono oggetti astronomici molto distanti chiamati quasar, che sono sostanzialmente immobili se visti dalla Terra, perché si trovano parecchi miliardi di anni luce di distanza", afferma Stephen Goddard Merkowitz, il gestore del progetto di Geodesia Spaziale.
Per le osservazioni VLBI, diverse stazioni in tutto il mondo osservano una quasar selezionata allo stesso tempo, con ciascuna stazione che registra l'arrivo del segnale dalla quasar, e questo viene fatto per una serie di quasar durante una tipica sessione di 24 ore. Queste misure sono effettuate con tale precisione che in realtà è possibile determinare che il segnale non arriva in tutte le stazioni esattamente nello stesso momento. Dalle minuscole differenze nei tempi di arrivo, gli scienziati possono calcolare le posizioni delle stazioni e l'orientamento della Terra nello spazio, come pure calcolare la velocità di rotazione rispetto alle posizioni quasar.
Originariamente, i secondi aggiuntivi sono stati aggiunti per fornire un segnale orario UTC che poteva essere utilizzato per la navigazione in mare. Questa motivazione è diventata obsoleta con lo sviluppo del GPS (Global Positioning System) e di altri sistemi di navigazione satellitare.

Normalmente, l'orologio si dovrebbe aggiustare alle 23:59:59-00:00:00 del giorno successivo. Invece, alle ore 23:59:59 del 30 giugno UTC si sposterà a 23:59:60, e poi a 00:00:00 il 1 ° luglio. In pratica, ciò significherà che gli orologi in molti sistemi si spegneranno per un secondo.
Sono state avanzate proposte di abolire il salto del secondo e lasciare che i due standard di tempo si allontanino. Questo è dovuto al fatto del costo di progettazione per i secondi bisestili e il potenziale impatto di rettificare o trasformare sistemi sincroni. Nessuna decisione sarà presa in proposito, almeno fino al 2015 dalla International Telecommunication Union, un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite, che affronta i problemi nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Se ai due standard si permette di andare sempre più fuori sincronia, essi differirebbero di circa 25 minuti in 500 anni.
Nel frattempo, un secondo di aggiustamento (leap second) continuerà ad essere aggiunto al cronometraggio ufficiale UTC. Il leap second del 2012 è il 35esimo secondo da aggiungere e il primo dal 2008.

In figura in alto la stazione VLBI Italiana di Noto.

(Fonte: NASA Goddard Space Flight Center, Phys.org)

Invasione di cavallette nel sud della Russia; in alcune regioni è già emergenza nelle campagne


Oltre al gran caldo i contadini russi devono fare i conti con un’altra calamità, ossia l’invasione delle cavallette. Da qualche settimana una grosso sciame di cavallette, provenienti dalla regione del Daghestan, ha invaso i campi coltivati delle regioni più meridionali della Russia europea e parte delle pianure caspiche occidentali, causando ingentissimi danni alle coltivazioni. Buona parte dei raccolti di grano sono stati compromessi dal fenomeno, fra le preoccupazioni degli agricoltori, già messi in ginocchio dalle alte temperature dei giorni scorsi, dove in molte località si sono superati i +40° all’ombra. Le autorità locali, per il timore di una possibile espansione dello sciame di cavallette verso nord, visto la presenza di una ventilazione dai quadranti meridionali, hanno predisposto l’invio di piccoli aerei che hanno il compito di spruzzare dei potenti pesticidi nelle aree interessate da questo insolito fenomeno che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura di molte regioni della Russia meridionale. Purtroppo i danni sono notevoli e in molte aree, specie nel Daghestan, i raccolti sono stati completamente distrutti dall’incursione dei famelici animali.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

Quanti tweet per gli alieni

Genova - La notte tra il 29 e il 30 giugno, su Twitter, è stata la notte dedicata agli alieni: migliaia di persone hanno partecipato all’iniziativa organizzata da National Geographic che consentiva di inviare tweet direttamente nello spazio. Per partecipare bastava inviare all’hashtag #Chasing UFOs il proprio messaggio, che una volta unito a quello degli altri utenti sarà affidato al radiotelescopio di Arecibo per essere trasmetto a eventuali entità aliene in ascolto.

L’iniziativa, talmente apprezzata da guadagnarsi il podio nella classifica dei Trend Topic, ha scatenato la fantasia degli utenti, che non hanno esitato a porre agli extraterrestri le questioni più disparate, da «C onoscete un modo per ridarci Freddie Mercury?», a «Su Marte si mangia bene?», passando per «Cosa volete venire a fare sulla Terra? Ma non vedete come stiamo ridotti? Lasciate perdere, non vi conviene».

Non mancano, ovviamente, i riferimenti a una delle ultime presunte vittime di “abduction” (il “rapimento” da parte degli alieni, la soubrette Sara Tommasi, che ha recentemente dichiarato di aver avuto incontri ravvicinati del terzo tipo: «Volevo solo ringraziarvi per aver messo il chip della ninfomania nel cervello di Sara Tommasi. Se ve ne avanza qualcuno...»; ancora: «Venite a riprendervi Sara Tommasi, ma il video lasciatecelo». Tra le tante missive, ci sono anche offerte di benvenuto e di pace: «In segno di fratellanza ed amicizia vi regaliamo il nostro compositore migliore, mr. Gigi D’Alessio. Non ringraziate. Saluti»; ancora: «Abbiamo la pizza! Venite a trovarci», mentre altri sconsigliano caldamente un’eventuale visita, soprattutto nel Belpaese: «Se proprio dovete invadere la Terra, non cominciate con l’Italia! Che Monti vi tassa pure le astronavi».

C’è poi chi ironizza sul presunto aspetto fisico degli alieni («il verde non vi dona») e chi dà indicazioni per raggiungere la Terra («Allora, per raggiungerci: seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino... se avete difficoltà chiedete!»), ma in fondo, ciò che sembra accomunare le migliaia di utenti che hanno aderito all’iniziativa da ogni parte del mondo, sembra essere la volontà di credere in qualcosa: «Dio è morto, Marx è morto. Woody Allen dice che non sta bene. Vi prego, lasciate che crediamo almeno in voi».

Fonte: http://www.ilsecoloxix.it

UFO RIPRESO IN IRLANDA

Una sfera di luce, di colore bianco è stata ripresa stazionare per qualche minuto in una zona della campagna irlandese. Il video che vi facciamo vedere supporta la testimonianza.




Pubblicato in data 28/giu/2012 da

On the 29th of June 2012, My Brother noticed this Strange apparent Orb/ U.F.O hovering in the Twilight sky above Ireland, I Decided to Capture This Anomaly and upload it to Youtube!

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Scienze e tecnologie

NASA: CACCIA AI PORTALI MAGNETICI NASCOSTI

La NASA ha sponsorizzato l’University of Iowa per lo sviluppo di un progetto per la costruzione di un veicolo spaziale idoneo ad individuare eventuali portali magnetici nascosti che si troverebbero nelle vicinanze della Terra che collegano il campo magnetico del nostro pianeta a quello del Sole. L’FTE – Evento di trasferimento di flusso, si verifica quando un portale magnetico si apre nella magnetosfera terrestre, a questo punto flussi di particelle cariche di energia provenienti dal Sole possono attraversare la nostra atmosfera. Questotipo di collegamento è stato trovato ed è molto dinamico, infatti la magnetosfera terrestre e il campo magnetico del Sole sono costantemente a contatto uno contro l’altro sul lato diurno della Terra. Circa ogni otto minuti, questi campi si fondono brevemente e formano un corridoio tra la Terra e il Sole, dove fluiscono particelle ad alta energia, come il vento solare. Il portale in questione assomiglia ad un un cilindro magnetico, grande quanto la larghezza della Terra. Le osservazioni attuali hanno però hanno anche visto la creazione di un portale grande circa 4 volte la dimensione della Terra.

Oliviero Mannucci





Pubblicato in data 28/giu/2012 da

Visit http://science.nasa.gov/ for more.

A NASA-sponsored researcher at the University of Iowa has developed a way for spacecraft to hunt down hidden magnetic portals in the vicinity of Earth. These portals link the magnetic field of our planet to that of the sun.

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Scienze e tecnologie

Friday, June 29, 2012

L’incubo senza fine di Fukushima

Radiazioni ancora a livello record: potrebbero uccidere un uomo in pochi istanti

L'incubo senza fine di Fukushima
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La compagnia elettrica Tokyo Electric Power (Tepco) ha registrato oggi livelli record di radiazioni nel sottosuolo dell’edificio del reattore numero uno della centrale di Fukushima, colpita dal terremoto e dal successivo tsunami dell’11 marzo 2011.

NUMERI - La Tepco ha introdotto una macchina fotografica e strumenti per la misurazione attraverso una conduttura nel sottosuolo dell’edificio che ospita il reattore numero uno per fare delle rilevazioni. I livelli di radiazioni presenti appena ad sopra dell’acqua radioattiva sono di circa 10.300 millisievert l’ora, vale a dire un livello in grado di far ammalare un uomo dopo un’esposizione di qualche minuto e di ucciderlo in breve tempo. In venti secondi si assorbirebbe la dose di radiazioni fissata come massimo annuale per i lavoratori della centrale.

Questo naturalmente provochera’ dei ritardi nello smantellamento dell’impianto che dovra’ essere compiuto solo con l’impiego di robot. ha spiegato la Tepco. Le radiazioni sono dieci volte superiori a quelle rilevate negli altri due reattori anche essi pesantemente danneggiati dallo tsunami. (ANSA-AFP)

Robot restaurant in Harbin


Cina: il ristorante gestito da Robot

Di Redazione • 29 giu, 2012 • Categoria: Mondo


In Cina si è aperto l'ottavo ristorante gestito completamente da Robot: servizio, cucina e lavaggio piatti sono sotto il controllo di microchip e bulloni



E’ dall’oriente che arriva questa notizia “robotica”. In Cina, nella città di Harbin c’è un ristorante che si chiama “Robot Restaurant Haohai”. Il nome lascia poco all’immaginazione, si tratta infatti di un ristorante “gestito” esclusivamente da Robot: camerieri, cuochi, lavapiatti. In tutto lavorano 18 robot.

Si tratta di un’attrazione e il servizio non è assolutamente paragonabile a quello reso dai camerieri, se consideriamo il fatto che queste speciali macchine hanno un’autonomia di appena cinque ore, dopo di che hanno bisogno di essere messi sotto carica per due ore. Il costo per un “robot da cucina” di questo tipo si aggira intorno ai 32 mila dollari ( 200.000 yuan).

Il padrone del ristorante afferma che il suo personale è in grado di cucinare e servire ottimi “gnocchi e tagliatelle” alla modica cifra di 6 o 7 dollari, circa. Sulla scia del “Robot Restaurant Haohai” nel grande paese asiatico sono stati aperti 7 ristoranti robotici.

Oceani d'acqua nel sottosuolo di Marte

Furono i vulcani a portare H2O in superficie, creando forse condizioni favorevoli alla vita sul pianeta rosso

di Richard A. Lovett

sistema solare,astronomia

Il vulcano Olympus Mons, il monte più alto di Marte e del Sistema Solare, fotografato da una sonda orbitante. Immagine NASA/Corbis

Vedi anche

Sotto la superficie di Marte, intrappolati a grandi profondità, potrebbero esserci interi oceani d'acqua, sostiene un nuovo studio. E forse, milioni di anni fa, le eruzioni vulcaniche portavano quell'acqua in superficie, creando ambienti adatti alla vita.

Gli autori della ricerca, guidati da Francis McCubbin, planetologo della University of New Mexico di Albuquerque, hanno analizzato alcuni meteoriti di origine marziana: frammenti di roccia schizzati via dal pianeta a causa di impatti di asteroidi e poi piombati sulla Terra. Quelle rocce contengono una quantità sorprendente di minerali idrati, in cui cioè molecole d'acqua sono incorporate nelle strutture cristalline.

Gli studiosi stimano che il mantello di Marte (lo strato intermedio del pianeta, compreso tra la crosta e il nucleo) contenga tra le 70 e le 300 parti per milione d'acqua, abbastanza da sommergere l'intero pianeta sotto una fascia liquida profonda tra i 200 e i 1.000 metri. "Si tratta di una quantità d'acqua uguale o persino maggiore di quella contenuta nella parte superiore del mantello terrestre, tra le 50 e le 300 parti per milione", spiega McCubbin.

Con ogni probabilità il pianeta ha contenuto acqua al suo interno fin dalla sua formazione.
"Nulla fa pensare che sia stata portata successivamente, da comete o asteroidi", sostiene lo scienziato. Ma a suo parere non si tratta di un'eccezione: dovrebbero contenere acqua anche gli altri pianeti rocciosi, Mercurio e Venere (oltre naturalmente alla Terra) e persino alcuni satelliti o grandi asteroidi. "Credo che l'acqua si possa trovare un po' dappertutto nel Sistema Solare", dice McCubbin.

Acqua dai vulcani

I meteoriti analizzati dall'équipe di McCullin sono basaltici, vale a dire che provengono dal magma portato in superficie da eruzioni vulcaniche. Esaminando attentamente un minerale chiamato apatite, i ricercatori hanno scoperto ioni idrossile, molecole formate da un atomo di ossigeno e uno di idrogeno. Ciò confermerebbe che nel magma marziano era presente anche acqua "normale" (H2O, due atomi di idrogeno legati a uno di idrogeno), che però è evaporata quando la lava è giunta in superficie. L'idrossile, invece, è rimasto più strettamente legato alla roccia.

Secondo McCubbin, misurando la quantità di idrossile nei meteoriti è possibile calcolare anche la quantità di acqua presente nel sottosuolo marziano. "Usiamo l'apatite come un idrometro che segnali quanta acqua ci fosse nelle rocce prima che evaporasse", spiega. Studi simili condotti sull'apatite di origine lunare hanno svelato che il nostro satellite è 100 volte più ricco d'acqua di quanto si pensasse.

Misurando l'età delle rocce basaltiche di cui sono composti i meteoriti, gli scienziati hanno calcolato che nel corso dell'intera vita del pianeta devono essersi verificate eruzioni che hanno portato in superficie l'acqua del sottosuolo; ciò avveniva anche durante il Noachiano, il periodo in cui Marte era abbastanza caldo da poter trattenere acqua liquida sulla superficie.

È anche possibile che eruzioni più recenti creassero zone temporaneamente favorevoli alla vita così come la conosciamo. "Quindi le zone vulcaniche sono le più adatte a cercare tracce di vita passata sul pianeta rosso", conclude McCubbin.

Fonte: http://www.nationalgeographic.it

ACQUA SU MARTE! E LA VITA?

marte acqua

La Terra, presto, potrebbe perdere il suo primato come unico pianeta a possedere vaste riserve di acqua. E Marte, obiettivo di numerosi studi, potrebbe essere il pianeta che potrebbe strapparglielo. Gli scienziati, infatti, hanno analizzato il contenuto di acqua di due meteoriti provenienti dal pianeta rosso. La scoperta è a dir poco accattivante: la quantità di acqua nel mantello marziano è di gran lunga superiore rispetto a quanto prima si ritenesse ed è persino molto simile a quella della Terra.

La ricerca è stata eseguita dallo scienziato Francis McCubbin dell'Università del New Mexico ed effettuata insieme al team della Canergie Institution di Erik Hauri. I risultati ottenuti non riguardano solo quanto già si conosce del pianeta Marte, ma si interrogano soprattutto sulla modalità in cui l'acqua sia giunta sulla sua superficie. Inutile dire che la presenza di acqua nel sottosuolo rinfresca le attese di quanti ipotizzano che il pianeta possa effettivamente ospitare la vita.

Gli scienziati hanno analizzato alcuni particolari meteoriti, chiamati shergottiti, originati dalla parziale fusione del mantello marziano e di proporzioni abbastanza piccole. Questi si sarebbero cristallizzati sotto la superficie. "Abbiamo analizzato due meteoriti che hanno avuto storie molto diverse", ha spiegato Hauri. "Uno era stato sottoposto ad una notevole miscelazione con altri elementi durante la sua formazione, mentre l'altro no. Abbiamo analizzato il contenuto di acqua nell'apatite minerale e abbiamo trovato che vi era poca differenza tra i due, anche se la chimica degli oligoelementi era marcatamente differente. I risultati suggeriscono che l'acqua è stata incorporata durante la formazione di Marte e che il pianeta era in grado di immagazzinare acqua al suo interno durante la differenziazione del pianeta".

Si stima che questi due meteoriti siano giunti sulla Terra appena dopo essere stati espulsi da Marte, ossia qualcosa come 2,5 miliardi di anni fa. E si tratta di corpi rocciosi decisamente importanti per gli scienziati poiché i soli in grado di fornire risposte adeguate riguardo i processi geologici e l'evoluzione del pianeta.

Attraverso il contenuto dei due oggetti, gli scienziati hanno potuto calcolare quanto le rocce marziane contengano in termini di acqua: si parla di una stima tra le 70 e le 300 parti per milione di liquido. "C'è stata una sostanziale evidenza della presenza di acqua liquida sulla superficie marziana per un certo tempo", continua Hauri. "E' stato sconcertante, perché le stime precedenti per gli interni del pianeta davano invece una scarsa presenza di acqua. Questa nuova ricerca suggerisce che i vulcani potrebbero essere stati il veicolo primario per far raggiungere all'acqua la superficie". I dati acquisiti durante la ricerca dagli scienziati sono stati determinati tramite nuove tecniche come la spettrometria di massa di ioni secondari (SIMS).

La ricerca, pubblicata sulla rivista Geology, apre nuove prospettive riguardo la formazione di molti altri pianeti. Come lo stesso McCubbin dichiara: "Non solo questo studio spiega come Marte abbia ottenuto la sua acqua, ma fornisce anche un meccanismo per lo stoccaggio dell'idrogeno in tutti i pianeti terrestri, al momento della loro formazione".

Risposte queste che attendono l'arrivo di Curiosity sul pianeta rosso, previsto per il mese di agosto. Per il momento gli scienziati della Nasa si stanno concentrando sull'area di atterraggio del piccolo rover.

Federica Vitale

Fonte: http://www.nextme.it

Commento di Oliviero Mannucci: Marte, nel sottosuolo è ricco di acqua calda, lì vivono una serie di forme di vita, dalle più piccole a quelle più grandi che potremo definire pesci. Prima o poi la NASA ufficializzerà tale scoperta, nel frattempo sta facendo di tutto per non far trapelare la notizia. Questa informazione l'ho avuta da personale scientifico di mia conoscenza, lavorante all'interno dell'ente spaziale statunitense, che però, per ovvie ragioni, vuole rimanere anonimo. Mai come in questo caso si può dire che la verità prima o poi verrà a galla.

Ci Sarebbe Acqua Liquida Su Marte


Un nuovo studio rivela che parte del territorio marziano potrebbe essere stato modificato dall'acqua allo stato liquido in tempi recenti e che potrebbe indicare condizioni più favorevoli per la vita sul pianeta.

.La superficie di Marte mostra un paesaggio variegato e un nuovo studio mostra che vaste aree dell'emisfero nord hanno subito un certo numero di cicli di "gelo-disgelo".

"Questo processo è comune negli ambienti artici terrestri e nel permafrost provoca la formazione di caratteristiche zone lobate sulle piste", afferma Andreas Johnsson dell'Università di Goteborg del Dipartimento di Scienze della Terra. "Studiando come funziona il paesaggio marziano, la nostra interpretazione è che l'acqua liquida sia disponibile nel suolo durante i periodi di disgelo".

Quando avviene lo scioglimento del ghiaccio, in prossimità della superficie i sedimenti sulle piste si saturano con l'acqua da fusione e poi lentamente cominciano a muoversi verso il basso sulla parte superiore del permafrost ancora congelato, per effetto della gravità.

"Potete vedere queste strutture in prossimità di quelli che sono conosciuti come calanchi", afferma Andreas Johnsson.
I ricercatori hanno a lungo sospettato che i calanchi, che sono sia geologicamente che morfologicamente giovani, siano stati in effetti formati da acqua allo stato liquido.
"La nostra domanda e quindi se l'acqua liquida puó ancora esistere in nicchie locali, come nei crateri da impatto, dove sono collocati la maggior parte dei calanchi, e dovremmo vedere più segni del disgelo e gli effetti della fusione dell'acqua ccome lungo le linee di quelli che sono i nostri ambienti artici?".

Nello studio, che si concentra su l'emisfero settentrionale di Marte, i ricercatori hanno potuto vedere le caratteristiche lobate in prossimità delle gole. Le terre morfologicamente simili sono anche presenti nelle zone artiche della Terra e sono conosciute come "lobi da soliflusso".

Confronti con la Terra
Nello studio, i ricercatori hanno confrontato il terreno marziano con il soliflusso nello Svalbard.
"La differenza locale dello scioglimento del ghiaccio, come suggerito dai burroni, i lobi da soliflusso indicano che vi è stato probabilmente uno scongelamento più diffuso del paesaggio marziano", afferma Andreas Johnsson. "Di conseguenza ci deve essere acqua allo stato liquido in grandi aree, il che è interessante per la nostra comprensione del clima del passato."

I risultati mostrano o che i modelli climatici di Marte devono essere messi a punto per includere le condizioni climatiche richieste da queste caratteristiche, o che c'è un altro fattore in gioco.
Poiché la missione Mars Phoenix Lander ha confermato che il terreno contiene sali che possono influenzare il punto di congelamento dell'acqua in modo che possa essere liquido anche a temperature inferiori allo zero e a basse pressione atmosferica,
"non sappiamo ancora quale di questi scenari è più probabile, ma potrebbe anche essere una combinazione dei due".

Ricerca di vita su Marte
L'acqua liquida transitoria è anche di notevole interesse per la ricerca di ambienti favorevoli alla vita su Marte. La ricerca ha dimostrato che gli organismi possono sopravvivere per lunghi periodi senza acqua in ambienti freddi sulla Terra, ma che ci deve essere l'accesso all'acqua, periodicamente.

"Su Marte, la sua morfologia suggerisce che il ghiaccio si scioglie durante i periodi caldi favorevol e che il terreno viene temporaneamente saturato con l'acqua prima del congelamento, quando arriva poi un nuovo periodo freddo.
Questo processo stagionale è probabilmente legato a periodi quando l'asse polare di Marte era più inclinato.
Dato il clima variabile, è possibile che queste condizioni siano ricorrenti.

Va sottolineato, tuttavia, che questo processo può essere problematico a causa della diversa serie di processi che potrebbero causare l'aspetto simile della morfologia. Tuttavia, sulla base della morfologia comparata, dalle relazioni di morfometria e dalla vicinanza ai calanchi, questo territorio è coerente con soliflusso".

Vale a dire, tradotto in termini più comprensibili ed espliciti, che gli scienziati ci stanno dicendo che, sulla superficie di Marte, per brevi periodi stagionali e in alcuni luoghi, c'è abbondanza di acqua liquida.

Condotto dai ricercatori dell'Università di Gothenburg, in Svezia, in collaborazione con i ricercatori planetari tedeschi presso l'Università di Wilhelm a Muenster e del Germany Aerospace Center (DLR) di Berlino.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Icarus, l'International Journal For the Solar System Studies.

Foto In Alto
La superficie di Marte mostra diversi territori e di cui alcuni nell'emisfero nord potrebbero avere un ciclo di congelamento/scongelamento dell'acqua. (Credit: Image courtesy of University of Gothenburg)

TraduzioneA.Cura.Di Arthur McPaul http://nemsisprojectresearch.blogspot.it/

Fonte:http://www.sciencedaily.com/releases/2012/06/120625064739.htm














UNa delle foto di pozzanghere marziane divulgate da un astrofisico del JPL durante una conferenza in una università americana: naturalmente fu subito messo a tacere dall'ente spaziale statunitense e le foto divulgate fatte sparire dal web. Sotto un altra notizia che conferma la presenza di acqua su Marte.

Oliviero Mannucci


Ecco le immagini
dell'acqua su Marte



di CLAUDIA DI GIORGIO


ROMA - La Nasa conferma. Costretta dalla fuga di notizie di ieri, oggi l'agenzia spaziale americana ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state presentate immagini che, secondo gli astronomi, rappresentano "la prova convincente che l'acqua fluisce sulla superficie di Marte", una scoperta sorprendente poiché si riteneva che sul Pianeta Rosso l'acqua potesse esistere solo sotto forma di ghiaccio, al di sotto del suolo o nelle calotte polari.

Riprese dalla telecamera della navicella orbitante Mars Global Surveyor, le immagini mostrano fossati e depositi di detriti che si spiegano solamente con l'intervento di abbondanti quantità di infiltrazioni d'acqua, hanno detto Michael Malin e Kenneth Edgett, autori dell'articolo che accompagna le foto, e che avrebbe dovuto uscire su "Science" la settimana prossima, ma è stato diffuso in contemporanea con l'annuncio della Nasa.

"Formazioni geologiche relativamente recenti su Marte suggeriscono la presenza di fonti di acqua liquida a poca profondità dalla superficie del pianeta", scrivono nell'articolo, nel quale non si parla mai dell'individuazione vera e propria di acqua, ma solo di strutture che, se si trovassero sulla Terra, sarebbero state formate dall'infiltrazione del liquido che emerge dal sottosuolo.

Ma tanto basta a rilanciare alla grande il programma di esplorazione di Marte, in crisi dalla fine dell'anno passato a causa di una serie ininterrotta di successi. Perché l'acqua significa vita, una vita che forse c'è stata in epoche remote, ma forse c'è ancora, sotto forma di microrganismi o perlomeno di molecole organiche. Sempre su Science, il commento che accompagna la scoperta ha un titolo che dice più di mille cautele: "Fontane di giovinezza", questo sono le sorgenti marziane, giovinezza di vita e nuova linfa per i progetti della Nasa. Che alla presenza di acqua ci tiene per un'altra, importante ragione, vale a dire il futuro di eventuali colonie marziane. Sarà forse per questo che i due studiosi della Nasa, per spiegare quanta acqua potrebbe essere coinvolta nelle formazioni geologiche mostrate dal Surveyor, hanno usato un esempio molto umano. Quanta sia, non lo sanno. Ma a occhio e croce, ce ne sarebbe abbastanza per rifornire, senza riciclare, 100 persone per quasi 20 anni.

Onda ionizzante altera la propagazione radio sull'Europa


















29 giugno 2012 - Dopo una settimana spot-less con assenza di macchie solari, Le previsioni del NOAA stimano una probabilita' del 30 % di brillamenti solari di classe M nella giornata di oggi. Questi eventi potranno svilupparsi dalle due regioni attive appena fuoriuscite dal versante occidentale del Sole denominate AR 1512 ed AR 1513 che sembrano avere un livello di magnetizzazione beta-gamma sufficiente per scatenare forti flare.
Ieri in Germania nella localita' di Bispingen un astronomo dilettante Cai-Uso Wohler stava osservando la regione AR 1513 quando e' esplosa,l'impulso generato, un flare di classe M2,ha fortemente illuminato l'alta atmosfera della Terra con un impulso di raggi X che ha generato un onda ionizzante sopra l'Europa alterando la propagazione radio sulle basse frequenze. Dave Gradwell in Irlanda e' riuscito ad intercettare il disturbo utilizzando un ricevitore radio sintonizzato sulla frequenza di 23 kHz. Restate sintonizzati si attendono altre onde ionizzanti nelle prossime ore...

Fonte: spacewather.com

Marte. Sul satellite Phobos possibili forme di vita aliena

Secondo un team di ricercatori della prestigiosa Purdue University una spedizione sul satellite di Marte potrebbe fornire la prima prova tangibile della vita extraterrestre



Jay Melosh è un illustre professore di Scienze planetarie, della terra ed atmosferiche presso la facoltà di Ingegneria aerospaziale della Purdue University, oltre che coordinatore di un team di esperti scelto dal Planetary Protection Office della NASA per valutare l'esistenza della vita su Phobos, il più grande dei due satelliti naturali del pianeta rosso Marte (l'altro è Deimos). La sua squadra è stata formata per preparare la fallita missione russa “Phobos-Grunt” del 2011, tuttavia il gruppo è rimasto attivo in attesa che la NASA riformulasse il suo programma di esplorazioni su Marte, radicalmente cambiato sotto l'amministrazione Obama. Secondo Melosh se la vita su Marte fosse esistita negli ultimi 10 milioni di anni se ne potrebbe trovare traccia sul satellite Phobos: “non stiamo parlando di omini verdi – ha sottolineato ironicamente lo studioso – ma di piccoli batteri verdi, che a causa delle collisioni con asteroidi di grosse dimensioni sul pianeta rosso potrebbero essere stati scagliati nello spazio e secondo i nostri calcoli finiti su Phobos. Magari quiescenti, in attesa di risvegliarsi in un ambiente più ospitale come potrebbe essere quello terrestre”. In base alle proiezioni sviluppate dal team di ricerca, in un campione di 200 grammi prelevato dalla superficie di Phobos si potrebbe ritrovare circa un decimo di milligrammo di materiale proveniente da Marte e 50 miliardi di particelle individuali del pianeta rosso. Lo stesso campione potrebbe contenere fino a 50 milligrammi di materiale marziano degli ultimi 3,5 miliardi di anni. La missione su Phobos è stata discussa alla conferenza Concepts and Approaches for Mars Exploration della NASA tenutasi il 26 giugno ed è considerata “una tappa fondamentale dell'esplorazione spaziale umana a costi e rischi ridotti”. Secondo Melosh la missione potrebbe produrre la nostra prima prova della vita oltre la Terra, su Phobos e non direttamente su Marte perché più semplice e meno dispendioso da raggiungere.

Fonte: http://www.net1news.org

Cosa nasconde l’Area 51?

La cosiddetta Area 51 è una zona militare che si trova a nord ovest di Las Vegas nei pressi del villaggio di Rachel nello stato del Nevada.









Chasing Ufos: oggi invia un tweet agli alieni

Scritto da Federica Vitale

chasing-ufos

Si chiama Chasing Ufos e sarà la sola ed unica occasione per comunicare o, come si direbbe in gergo moderno, per twittare con gli alieni. Appuntamento dunque per oggi 29 giugno. Da mezzanotte fino alle 7 del mattino di domani, chiunque potrà mandare il proprio tweet a tutti gli extraterrestri eventualmente rintracciabili.











Promotore della stravagante e alquanto bizzarra iniziativa è il National Geographic che ha organizzato il tweet collettivo grazie al radiotelescopio di Arecibo. Il meccanismo funzionerà in questo modo: i messaggi verranno raccolti e inviati in un unico testo. Per aderire al tweet collettivo occorrerà contrassegnare il proprio messaggio con l'hashtag #ChasingUFOs.

Ma l'evento non è stato organizzato in un giorno qualsiasi. Il 15 agosto ricorrerà l'anniversario di una data molto speciale, ossia quella che ricorda il primo impulso radio della durata di ben 72 secondi proveniente dalla Costellazione del Sagittario. Il segnale era più forte almeno 30 volte quello del rumore di fondo. Ancor oggi tale impulso non è stato completamente spiegato. Lo strano rumore è noto come “segnale WOW”. Questo passò alla storia come un appunto preso da Jerry R. Ehman il 15 agosto 1977.

Si racconta che Ehman, mentre era al lavoro al progetto SETI con il radiotelescopio Big Ear dell'Università dell'Ohio, avesse scritto accanto ad una sequenza di numeri, appunto, “WOW”. La sequenza evidenziata indicava un segnale alieno. L'unico, ancor oggi, ad esser stato individuato e mai decodificato. La straordinarietà dell'accaduto stava anche nel fatto che tale impulso possedeva alcune caratteristiche che erano state “previste” da due ricercatori vent'anni prima.

Giuseppe Cocconi e Philip Morrison, questo il nome dei due scienziati, calcolarono il valore di 1420 Mhz come corrispondente al valore dell'idrogeno, l'elemento più comune nell'universo. Da un punto di vista comunicativo, quel messaggio universale per antonomasia era quello che qualunque essere umano potesse concepire, insieme all'alfa e all'omega. In 35 anni nessuno è stato in grado di replicare a tale messaggio, proprio per una mancanza di decifrazione. Si è comunque deciso di inviare una possibile risposta nella stessa direzione del segnale WOW.

Stiamo lavorando con il telescopio di Arecibo per capire il modo migliore di codificare i messaggi, molto probabilmente saranno tradotti in un codice binario”, spiega Kristin Montalbano, la portavoce del National Geographic. I messaggi raccolti verranno tradotti e inviati dal telescopio portoricano il 15 agosto, ossia il giorno dell'anniversario.

E voi cosa avete da dire a ET?

Fonte: http://www.nextme.it

Messaggio di Oliviero Mannucci : EXTRATERRESTRI, SIATE BUONI, VENITE A PRENDERVI MONTI & C. !!!!!!


Week-end di fuoco con Caronte, sabato allarme rosso in 10 città

Il ministero della Salute avverte: "condizioni di emergenza con rischi per la salute"


TMNews CNN

Roma, 28 giu. (TMNews) - Sarà sabato il picco del caldo, con temperature veramente bollenti su tutta Italia, da Bolzano a Reggio Calabria. Colpa di Caronte, l'anticiclone africano subtropicale che ha già raggiunto la penisola e che nel fine settimana supererà il record delle città in allarme rosso detenuto dal suo predecessore Scipione.

La scorsa settimana erano state nove, ma sabato saliranno a dieci le città in cui, secondo il bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, potranno verificarsi "condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio": Bologna (massima percepita 38 gradi), Bolzano (36), Brescia (36), Frosinone (38), Perugia (36), Reggio Calabria (36), Rieti (36), Roma (38) e Viterbo (36).

Nelle prossime 24 ore, intanto, sono previste due città con l'afa al livello 3-rosso (Rieti e Roma) e otto con livello 2-arancione (Bologna, Bolzano, Brescia, Frosinone, Latina, Perugia, Reggio Calabria e Viterbo). Venerdì le città rosse saranno quattro (Perugia, Reggio Calabria, Rieti e Roma) e 10 le arancioni (Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Verona e Viterbo).

Int

Fonte: http://www.tmnews.it


Olocausto Nucleare Planetario - Denunciano che Fukushima sta per collassare!

LA CATASTROFE DELLA QUALE NESSUNO VUOLE PARLARE


40 milioni di giapponesi dell’area metropolitana di Tokio potrebbero essere costretti a evacuare la città per dirigersi verso le isole del nord del Giappone o verso città abbandonate della Cina per la minaccia del crollo delle pareti del reattore 4 di Fukushima. Nonostante il silenzio mediatico sul tema, la contaminazione radioattiva che si sprigionerebbe potrebbe contaminare l’intero pianeta. Attivisti web chiedono alle Nazioni Unite di aprire un nuovo foro per trattare il tema con urgenza.
Secondo un recente rapporto dell’EUTimes.net, le autorità giapponesi hanno segnalato il rischio del crollo completo del reattore 4, con la conseguenza che 40 milioni di giapponesi si troverebbero in “pericolo estremo” di avvelenamento da radiazioni; questo provocherebbe l’evacuazione di molte città dell’est, Tokio inclusa, per evitare l’intossicazione dovuta alle radiazioni esterne.
Mentre continuiamo a denunciarla, la situazione di Fukushima è grave, per non dire peggio. Il Reattore 4 è sul punto di collassare totalmente (www.naturalnews.com), inviando le barre radioattive di combustibile nucleare provenienti da migliaia di carburante direttamente nell’atmosfera. Queste barre di combustibile, dopo tutto, sono già esposte all’aria aperta, ma il riversamento completo del combustibile potrebbe causare una catastrofe non solo a livello regionale ma anche globale, un olocausto nucleare.
“Un rapporto pubblicato a febbraio dalla Commissione di Ricerca Indipendente sull’Incidente Nucleare di Fukushima Daiichi riporta che l’accumulazione depositata nella pianta n.4 del reattore risulta chiaramente essere l’anello debole di una possibile reazione a catena, che porterebbe a un’intensificazione del disastro nucleare”, ha recentemente informato il Mainichi Daily News.
“Il peggiore dei casi elaborato dal governo include non solo il collasso della piscina del reattore n.4, ma anche la disintegrazione delle barre di combustibile esaurite provenienti da tutti gli altri reattori della centrale. Se si verificherà questa situazione, i residenti dell’area metropolitana di Tokio si vedranno costretti a evacuare.”
Le autorità stanno dunque considerando la possibilità della potenziale ricollocazione di decine di milioni di giapponesi nell’isola Kuriles, ubicata nella regione russa di Sakhalin Oblast, o, potenzialmente, persino in Cina, dove alcune “città fantasma”, città apparentemente non utilizzate, potrebbero ospitare almeno 64 milioni di rifugiati. Se si realizzerà questo scenario, gran parte del Giappone si convertirà in una terra sterile.
Per i giapponesi il disastro di Fukushima rappresenta la scomparsa completa della propria nazione, dal momento che, letteralmente, non si fa nulla per contenere le migliaia di barre di combustibile esposte, che alla fine sono esplose nel reattore 4. Tuttavia le conseguenze di questa situazione non si limitano solo al Giappone, molti Paesi del mondo subiranno le conseguenze peggiori di questa bomba e, di fatto, gli effetti di questa “guerra nucleare senza guerra” sono già in corso.
Lo scorso anno, per esempio, funzionari statunitensi avevano ordinato all’impresa Tokyo Electric Power (TEPCO) di liberare tre milioni di galloni di scorie radioattive nell’oceano Pacifico. Questo tipo di residui arriveranno presto alle coste occidentali degli Stati Uniti e milioni di statunitensi inconsapevoli che vivono in questa regione ne saranno esposti.
Mentre passa il tempo, sempre più persone che vivono negli Stati Uniti cominceranno a sviluppare malattie croniche come risultato dell’avvelenamento dalle radiazioni permanenti di Fukushima e molti moriranno, mentre tutti i mezzi di comunicazione continuano a tacere sul tema.
E il governo federale ha saputo tutto il tempo che il disastro di Fukushima si profila come la catastrofe mondiale più grave registrata nella storia, come si è evidenziato all’interno del recente Atto sull’Informazione Libera (Freedom of Information Act, FOIA). Le autorità federali, ben consapevoli dei pericoli estremi posti da Fukushima fin dai primi giorni del disastro, stanno orchestrano una campagna di disinformazione, per mantenere il popolo americano e il resto del mondo all’oscuro.
Dal momento che né gli Stati Uniti, né il governo giapponese sembrano essere disposti a far fronte a Fukushima e, in particolare, alla situazione del reattore 4, il portale web NaturalNews ha fatto un richiamo alle Nazioni Unite per avviare un’azione rapida; una nuova petizione chiede alle Nazioni Unite di organizzare un Vertice sulla Sicurezza Nucleare per risolvere il problema del reattore 4, e di stabilire un gruppo di valutazione indipendente per stabilizzare in qualche modo la situazione ed evitare che il combustibile distrugga la vita sulla terra.

Articolo originale:
Tradotto da: Anna Bianchi
http://www.asud.net/it/news/7-mondo/1972-olocausto-nucleare-planetario-denunciano-che-fukushima-sta-per-collassare.html
tratto.da:http://angeliinastronave.blogspot.it/search?updated-max=2012-06-28T16:12:00%2B02:00&max-results=10

Florida: devastanti effetti sul territorio dopo il passaggio della tempesta Debby!

29 giugno 2012 - Florida - la potenza della tempesta tropicale Debby che ha attraversato lo stato della Florida questa settimana ha lasciato i suoi segni sul territorio, l'aumento del livello del mare ha inondato intere zone della costa arrivando a sommergere interi centri abitati numerose dioline si sono aperte in un territorio gia fragile da un punto di vista geologico,diversi sinkhole sono stati segnalati, la terra in diversi punti e' collassata ed ha inghiottito tutto cio' che stava in superficie.Hernando County e' stata la zona piu' colpita dal fenomeno sinkhole dove una serie multipla di voragini sono apparse in un campo costringendo all'evacuazione di alcune abitazioni.