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Friday, November 23, 2012

Curvatura spazio-temporale: la NASA ne dimostra l’esistenza



Trovano conferma le teorie di Albert Einstein sulla questione spazio-tempo e sulla gravità, ne ha dato notizia direttamente l’ente spaziale americano ‘NASA’. I risultati sono pervenuti dalla missione NASA Gravity Probe B (GP-B) e sono stati pubblicati sulla Physical Review Letters, nella quale si legge: “lo spazio-tempo quadridimensionale risente della presenza di materia manifestando due effetti, quello geodetico legato alla curvatura delle spazio sotto l’azione delle masse, come la corda di un funambolo che si flette sotto il suo peso, e quello di trascinamento dovuto alle increspature dello spazio-tempo prodotte dalla rotazione terrestre. Francis Everitt, fisico dell’università di Stanford e a capo della ricerca, ha spiegato che possiamo “immaginare la Terra come immersa nel miele. Quando il pianeta ruota su sé stesso, o nel suo moto attorno al Sole, nel miele intorno si formano dei vortici. Quel miele è lo spazio-tempo”. Gli effetti della curvatura spazio-tempo, conosciuti anche col nome di ‘miele cosmico’, secondo la teoria di Einstein sarebbero dovuto al risultato del moto degli oggetti che seguono le linee curve delle increspature spazio-temporali e che non si deformerebbero neanche in caso che la Terra fosse ferma piuttosto che in moto. La sintesi della teoria di Einstein porta come esempio quanto segue: “Prendendo un semplice giroscopio, oggetto che mantiene inalterato il proprio asse di rotazione rispetto ad una direzione fissa, spedendolo nello spazio e puntandolo verso la stella fissa IM Pegasi è possibile determinare se la Terra deforma lo spazio-tempo o meno a secondo che il giroscopio cambi il proprio asse di rotazione o che rimanga inalterato” ed era già stata proposta al mondo scientifico nel lontano 1963, anno in cui fra l’altro iniziò la missione NASA per dimostrare l’esistenza di tali curvature e terminata solo nel 2004. La missione GP-B infatti si è avvalsa, tramite le conoscenze tecnologiche andate ad aumentare nel corso degli anni, di ben 4 giroscopi con sfere al quarzo e silicio del diametro di 3,8 cm, sfere dalla forma praticamente perfetta e necessarie alle misurazioni della variazione di asse di rotazione. La sensibilità e l’affidabilità di tali giroscopi è rapportabile al ‘miliardosecondo’ che corrisponderebbe allo spessore di un foglio di carta osservato da 160 km di distanza e tale precisione ha dunque permesso di rilevare tutti quegli effetti presenti nel trascinamento che la pressione geodetica va a compiere. Gli studiosi della NASA hanno inoltre scoperto che non è solo la Terra a produrre tali effetti, ma che vengono prodotti da ogni corpo avente una massa, compreso il corpo umano e che quindi sono capaci di provocare increspature nel continuum spazio-temporale. L’astrofisico NASA, Bill Danchi a tal proposito ha dichiarato: “I risultati di tale missione avranno un impatto a lungo termine nel campo della fisica teorica. In futuro la sfida per la conferma della teoria della relatività generale dovrà fare i conti con misure più precise delle memorabili effettuate dal lavoro di GP-B”. Danchi ha inoltre sottolineato che che il fattore umano dietro alla ricerca ha coinvolto ben 86 dottorandi dell’università di Stanford più altri 14 provenienti da altre università, oltre ad altre centinaia di studenti provenienti dalle high school per finire al coinvolgimento dell’astronauta Sally Ride e al premio Nobel Enric Cornell.

Carla Liberatore

Fonte:  http://mistero.mondoraro.org

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