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Thursday, May 30, 2013

Enel, guaio "nucleare" in Slovacchia bocciato investimento da 800 milioni

Il governo di Bratislavia, proprietario del 34 per cento delle azioni della utility controllata dall'azienda italiana, si oppone a un nuovo investimento per la ristrutturazione delle centrali atomiche. Colpa del ritardo dei lavori e dei dividendi mai distribuiti dalla privatizzazione del 2006

di LUCA PAGNI

MILANO - L'ultima grana per Enel arriva dall'Europa centrale. Ed è uno scontro ad alto livello, visto che ne è protagonista il governo della Slovacchia e riguarda l'utility Slovenke Elektrarne, di cui l'azienda italiana possiede il 66 per cento del capitale, avendolo rilevato nel 2006 in seguito alla privatizzazione del monopolio elettrico. Una azienda strategica, visto che può contare su quattro gruppi alimentati a energia atomica, in due siti diversi nel paese, pari a 1700 megawatt di potenza installata su un totale di 2700 megawatt.

Il rappresentante del governo guidato dal populista di sinistra Robert Fico, che controlla il rimanente 34 per cento del capitale, ha votato contro un nuovo investimento da 800 milioni per i lavori per il completamento delle due nuove unità della centrale nucleare di Mochovce. Una opposizione in qualche modo annunciata, visto che già nel dicembre scorso, il premier aveva avvertito Enel di non procedere con una nuova richiesta di finanziamenti.

Il fatto è che in sei anni, Slovenke Elektrarne, che pure è una società in utile, non ha mai distribuito cedole agli azionisti. I profitti sono sempre stati utilizzati per la ristrutturazioni delle centrali: sebbene di fabbricazione del gruppo ceco Skoda, la tecnologia è russa. E risale agli anni Cinquanta. Ecco perché dopo averne preso il controllo, Enel ha avviato lavori di ristrutturazione, approfittando dell'occasione per rilanciarsi nella gestione di centrali nucleari, che avrebbe dovuto portare al rilancio della tecnologia anche in Italia. ma il piano varato dall'ad Conti con l'appoggio dell'ultimo governo Berlusconi è naufragato con il referendum dopo i fatti di Fukushima.

L'incidente in Giappone è anche alla base dei guai in Slovacchia. Inizialmente erano stati previsti 2,8 miliardi di investimenti, ma le richieste della Ue della agenzie internazionali di maggiore sicurezza dopo il disastro in Estremo Oriente ha portato a rivedere il progetto. Con un aumento delle spese per la sicurezza degli impianti. Non solo: si sono anche allungati i tempi di consegna delle centrali rimesse a nuovo, slittata all'anno prossimo. Problema simile agli altri impianti inc ostruzione in Europa, in Francia e in Finlandia.

La posizione del governo di Bratislava è chiara: l'esecutivo critica il fatto di non aver mai visto un euro di dividendi e definisce inaccettabile le nuove richieste. Ma non è escluso che la contrarietà sia dovuta anche alle indiscrezioni che vogliono Enel prossima a cedere la sua quota di controllo dell'utility, nell'ambito di piano di dismissioni per la riduzione del debito del gruppo. Tra i possibili acquirenti si fa il nome dei russi di Rosatom, ipotesi non molto gradita a Bratislavia che preferirebbe una società dei cugini della vicina Repubblica Ceca.

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