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Monday, July 29, 2013

Il messaggio della Nasa agli alieni: il significato della Placca del Pioneer

Agli inizi degli anni settanta la Nasa inviò nello spazio due sonde che, a seguito della loro traiettoria, si sarebbero spinte oltre i confini del Sistema Solare. Per questo si decise di installare a bordo una piccola placca contenente informazioni utili nel caso in cui un'eventuale civiltà aliena avesse avuto modo di intercettarle
Il messaggio della Nasa agli alieni: il significato della Placca del Pioneer-Gianfranco Broun- 29 luglio 2013 – Un messaggio per gli alieni: una sorta di lettera che dalla Terra è stata inviata a possibili civiltà aliene che potessero in qualche modo individuarla e leggerne il contenuto. Questa l'idea alla base delle due placche montate sulle sonde Pioneer.
L'idea era venuta a Eric Burgess che, per l'occasione, contattò Carl Sagan, astronomo e divulgatore scientifico autore, tra l'altro, del romanzo Contact, noto per la sua trasposizione cinematografia con Jodie Foster. Subito iniziarono i lavori per proporre un messaggio che eventuali popoli extraterrestri potessero in qualche modo decifrare e comprendere.
Un'idea che piacque molto e che si concretizzò prima con il lancio della sonda Pioneer 10 il 2 marzo del 1972 e poi, nuovamente, il 6 aprile 1973 con la Pioneer 11.
La placca è un rettangolo con dimensioni pari a 229 x 152 millimetri, con uno spessore di 1.27 e incisioni profonde in media 0.381 (le misure originali sono state decise con l'utilizzo dell'unità di misura del pollice) composta in alluminio anodizzato con oro e posizionata sul fronte dei supporti delle antenne, in modo da avere una protezione dalla corrosione della polvere interstellare.

La lettura dei simboli della placca.
La placca si compone di una buona serie di simboli che servono anzitutto a darne la corretta chiave di lettura e in seguito a fornire le indicazioni volute. In pratica si è deciso di sfruttare un linguaggio simbolico scientifico e non lettere o ideogrammi, affinché si fosse in grado di creare una base capace di fornire alcuni dati, scritti in sistema binario, su distanze e lunghezze.
Tutto è stato fatto con la prima immagine, in alto a sinistra, che rappresenta la transizione iperfine per inversione di spin dell'idrogeno neutro, l'elemento più abbondante presente nell'universo. Una base dell'alfabeto poi utilizzato successivamente che deve però essere in qualche modo compreso e capito da un'eventuale lettore, che deve interpretare quei simboli e riuscire a correlarli con il concetto di spin.
Questo dato fornisce due differenti unità di misura atte a misurare lo spazio e il tempo: l'inversione di spin da up a down è infatti descrivibile con una lunghezza d'onda di 21 centimetri e con una frequenza di 1420 Mhz, tradotto anche in 0.704024 nanosecondi. Tutti i dati che compariranno successivamente saranno quindi basati su questi valori.
Nella raffigurazione c'è anche una piccola stanghetta che indica la rappresentazione dell'uno in sistema binario.
Sotto questo sono presenti una serie di linee che partono da un centro comune e si dipanano in determinate direzioni: in tutto sono quindici; quattordici sono corrispondenti a delle pulsar, con distanze calcolate proprio sulla base della frequenza dell'inversione dell'idrogeno quale unità di riferimento. Siccome non tutte sono individuabili da qualunque parte della galassia, una tale ridondanza di dati serve a garantire la possibilità di individuarne almeno alcune e di triangolare in questo modo la posizione del Sole. Sulle linee è anche segnalata la terza coordinata riferita alla perpendicolare del piano galattico. Siccome i periodi delle pulsar variano anche nel tempo, è possibile in questo modo riuscire a risalire alla data di lancio della sonda.
La quindicesima linea serve invece a indicare la distanza del Sole dal centro della galassia: un lungo segmento che corre dietro alle due figure umane e alla rappresentazione della Pioneer.
Sotto questa immagine c'è un'altra raffigurazione indicante il Sistema Solare con un diagramma sistematico dei pianeti che risulta essere però parzialmente errato. Anzitutto perché all'epoca non si conoscevano bene tutti i pianeti, motivo per cui se Saturno era rappresentato con i ben noti anelli mentre non altrettanto vale per Giove, Urano e Nettuno; inoltre appare Plutone, che dal 2006 non è più considerato pianeta. Sotto ciascuno di questi è indicata la distanza dal Sole. Una linea va poi a indicare la traiettoria che la sonda ha compiuto prima di dirigersi verso lo spazio profondo oltre il sistema solare: su entrambe avvenuto dopo il superamento di Giove, cosa non del tutto vera, visto che la Pioneer 11 ha subito una modifica di percorso che l'ha portata fino a Saturno.
A tutto questo si aggiunge ancora la rappresentazione di un uomo e una donna, razza caucasica, con a fianco la struttura della sonda, così da ricavarne facilmente le dimensioni reali, e con annotato anche qui il dato dell'altezza, pari a 168 centimetri. L'uomo ha la mano destra alzata, segno che sulla terra è inteso come amichevole e di saluto ma che non potrebbe essere allo stesso modo identificabile dagli alieni: con quella stessa immagine è però anche possibile evidenziare come la mano stessa sia composta da cinque dita con un pollice opponibile. Tra le altre cose sono indicati anche i genitali maschili, mentre nella donna sono appena accennati.

Le critiche.
La placca ha subito molto critiche, a partite dalla poca chiarezza. Mostrandola a diversi scienziati, in pochi sono stati capaci a decodificarla totalmente. Inoltre quelli che sono alcuni simbolismi tipici della Terra, come la freccia, non possono essere considerati chiari per altre civiltà aliene.
Lo stesso vale per la decisione di indicare i pianeti: questa distinzione si basa soprattutto su una serie di convenzioni e caratteristiche prefissate dall'uomo che possono non essere ben interpretate da un alieno; forse poteva essere più idoneo indicare tutti i principali corpi celesti, comprese le indicazioni di eventuali nubi di asteroidi e dare una visione più proporzionata del Sistema Solare.
Altre critiche sono arrivate da chi non voleva che venisse rappresentato né il corpo umano, né l'ubicazione del pianeta Terra, in maniera da evitare una possibile invasione bellica qualora la civiltà extraterrestre fosse interessata alla conquista di altri mondi abitati.
Alla base di tutto, però, c'era la necessità di fornire informazioni utili in uno spazio particolarmente ristretto: a nulla sarebbe servito creare prima un prontuario per identificare i singoli simboli e le nozioni convenzionali per riportarle solo in seguito all'interno di calcoli, schermi ed espressioni matematiche laddove non c'era lo spazio per poi riprodurle.


Commento di Oliviero Mannucci: Bella targa! Peccato che si sono dimenticati di indicare la concreta possibilità, nella quale una nave aliena in avicinamento alla Terra potrebbe trovarsi. Essere interecettata da cannoni al plasma USA, se si trova ancora poco fuori dall'atmosfera, o da aerei da caccia, che per dare il benvenuto agli incauti alieni, sarebbero pronti a sparagli contro di tutto e di più, come è già accaduto in passato. Che bestie strane sono gli umani!? Prima ti invitano. Eppoi quando arrivi, ti sparano! O nella migliore delle ipotesi, anche se ti vedono migliaia di persone, non esisti.

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