Nei primi sei mesi di quest’anno, quattro
centrali nucleari hanno cessato la produzione negli Stati Uniti. Gli
impianti nucleare di San Onofre, vicino a San Diego, in California (noto
come SONGS) e quello di Oyster Creek nel New Jersey si sono fermati per
perdite nei sistemi di aereazione che avevano imposto la sospensione
dell’attività. I gestori dell’impianto hanno deciso che i costi dei
necessari interventi di manutenzione, di sostituzione delle parti
difettose e di messa in sicurezza erano troppo alti e troppo lungo il
tempo necessario per riprendere la produzione. Per ragioni non tecniche
ma puramente economiche è stato chiuso l’impianto di Kewaunee nel
Wisconsin. Infine, per una rottura nella struttura di contenimento
durante un rifornimento del combustibile radioattivo, che, nonostante
vari tentativi, non si è riusciti a riparare, è stato anche
definitivamente bloccato l’impianto di Crystal River in Florida. Ma non
basta. Anche gli impianti dei quali era stata avviata la costruzione
allorché, pochi anni orsono, l’energia nucleare sembrava prossima a un
grande ritorno sulla scena, appaiono sempre più un pessimo affare per le
aziende che ne hanno avviato la costruzione: i costi aumentano, i tempi
si allungano, i finanziamenti scarseggiano. Sembra inoltre certo che
sarà abbandonata la realizzazione della maggior parte delle centrali per
le quali era ancora in corso il procedimento di autorizzazione. Non
sono passati molti anni da quando la resurrezione dell'energia nucleare
sembrava un fatto compiuto, anche se, questa volta, a differenza che
negli anni Cinquanta, non c’è stata la baldanzosa sicurezza che aveva
accompagnato il lancio del primo programma di utilizzazione dell’energia
nucleare a scopo pacifico (allora Lewis Strauss, il presidente della
statunitense Atomic Energy Commission, aveva proclamato che
l’energia atomica avrebbe soddisfatto il bisogno di intere città,
sostenuto una nuova agricoltura, permesso di eliminare la maggior parte
delle malattie, promettendo che “i nostri figli avranno energia così a
buon prezzo che sarà troppo costoso misurarla”)... (segue)
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