La NASA ha particolarmente a cuore gli sviluppi della stampa 3D. Dopo aver svelato le ambizioni culinarie per creare e stampare in 3D pizze e altre pietanze in orbita abbiamo parlato della stampa a gravità zero,
con i primi modelli che entro il prossimo anno raggiungeranno la ISS
(Stazione Spaziale Internazionale) per fornire così utilissimi strumenti
prodotti in loco, quando si presenta l’esigenza.
La stampa 3D che interessa alla NASA non
è soltanto quella in grado di realizzare piccoli strumenti utili in
orbita, ma anche quella di assemblare il mezzo di locomozione capace di
portare tutto in orbita. Il razzo da oltre 9.000Kg che vedrete nelle immagini che seguono, riprese con una comune GoPro, lo mostrano alla sua prima accensione, un test fondamentale per capire se questo metodo di produzione su misura porti a
reali vantaggi: in questo caso abbiamo davanti un mezzo composto da
soli due componenti invece che 115. Un tale ‘risparmio’ non si riflette
sul solo assemblaggio ma anche nei costi finali e affidabilità, meno
parti meccaniche significano infatti meno rischi che si possano rompere.
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