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Thursday, August 29, 2013

Siamo tutti extraterrestri: la vita forse arriva da Marte

Forse la vita arriva dal pianeta rosso e noi siamo tutti marziani. E’ quanto sostiene Steven Benner nel corso del convegno mondiale Goldschmidt di geochimica, in corso a Firenze dal 25 al 30 agosto, presentando la sua ipotesi secondo la quale la vita potrebbe aver avuto origine su Marte, circa 3 miliardi di anni fa, […]


Forse la vita arriva dal pianeta rosso e noi siamo tutti marziani.
E’ quanto sostiene Steven Benner nel corso del convegno mondiale Goldschmidt di geochimica, in corso a Firenze dal 25 al 30 agosto, presentando la sua ipotesi secondo la quale la vita potrebbe aver avuto origine su Marte, circa 3 miliardi di anni fa, ed essere poi arrivata sulla Terra “a bordo” di un meteorite. Allora, le condizioni del pianeta rosso erano già favorevoli allo sviluppo della vita, al contrario di quanto avveniva sulla Terra, sommersa dagli oceani e con scarsità di ossigeno, dove l’acqua impediva la stabilizzazione dell’Rna. Inoltre, sul nostro pianeta c’era scarsità di boro e molibdeno, due molecole necessarie a consentire alla luce o al calore di trasformare il materiale organico in sostanza biologica. L’ipotesi è stata accolta in maniera critica dagli esperti italiani. Steven Benner è il fondatore della biologia sintetica ed è stato il primo a sintetizzare un gene.

Fonte

Commento di Oliviero Mannucci: Era la fine degli anni 70, io frequentavo il primo anno dell'Istituto di stato per la cinematografia e la televisione Roberto Rossellini di Roma. Mi feci regalare per il mio compleanno una macchina da scrivere e scrissi un racconto breve di fantascienza - I canali di Marte - s'intitolava. Lo feci leggere a diversi compagni di scuola e anche ad un amico di famiglia, un piccolo editore. La storia narrava della primia missione umana su Marte. I tre astronauti, una volta giunti sul pianeta rosso con una astronave chiamata Ares ( il vettore che porterà gli astronauti su Marte si chiamerà veramente così), mentre si trovano nella capsula cilindrica che fa da habitat e li preservava dalla micidiale atmosfera esterna ( molto simile a quella poi sviluppata dalla Nasa per la futura missione su Marte) Vengono colpiti da una potente tempesta che li fa cadere dentro un profondo cunicolo marziano ( individuati successivamente sulla superficie marziana) , al loro risveglio, si ritrovano all'interno di un enorme cunicolo illuminato, una sorta di rifugio tubolare sotterraneo riscaldato e con atmosfera respirabile. Escono dall'habitat e si trovano di fronte ad un ecatombe, ci sono migliaia di scheletri a terra, ma anche un grande schermo collegato ad un computer. Dopo un pò di tempo riescono ad attivare il computer ( badate i computer allora non davano ancora la possibilità di vedere video) , e vedono scorrere le immagini di quanto era accaduto. Un satellite di Giove fuoriuscito dalla sua orbita, aveva viaggiato verso il Sole e invaso l'orbita di Marte, che a sua volta era stato scalzato via ed era in via di allontanamento. Poi si vedono le immagini di molte navi spaziali partire da Marte in direzione del nuovo pianeta, ma non essendoci astronavi per tutti molti dovettero forzatamente rimanere nei rifugi sotterranei dove per un certo tempo riuscirono a sopravvivere, pur sapendo che erano condannati a morte non appena sarebbero finite le  ingenti scorte di cibo e acqua. I tre astronauti poi, riescono, in maniera rocambolesca e con mezzi di fortuna ad uscire dal cunicolo in cui erano stati portati dal vento marziano e orientandosi con le stelle ( su Marte la costellazione Cassiopea indica il nord ) riescono a raggiungere la capsula per fare ritorno sulla Terra. Dopo un lungo viaggio tornano a casa. Il racconto si conclude con i titoli su tutti i giornali del mondo  a caratteri cubitali " I MARZIANI SIAMO NOI". Il racconto piacque un pò a tutti, e il piccolo editore amico di famiglia mi disse che se ne avessi scritti ancora me li avrebbe pubblicati. Ma a quel tempo dovevo pensare a studiare e non a fare lo scrittore e così non se ne fece nulla. Ma adesso ho la grande soddisfazione di vedere che la mia fantascientifica ipotesi  enunciata a 14/15 anni non era poi così fantascientifica! Una bella soddisfazione non vi pare?!  E a pensare che a quel tempo, siccome non amavo molto seguire le mode del periodo e non facevo quello che facevano i ragazzi della mia età, venivo criticato a volte dai miei parenti, perchè invece di pensare alle ragazzine pensavo troppo alle stelle. Ma chi l'ha detto che dobbiamo essere per forza tutti uguali?! Questo mio modo di pensare mi ha portato poi nel corso della mia vita a fare un percorso spirituale non comune. Seguo l'induismo, sono vegetariano, non fumo e non bevo. Senza presunzione posso dire, che spesso mi accorgo di essere 30/35 anni avanti rispetto al comune comportarsi dell'uomo medio. Quello che io facevo e pensavo 30/35 anni fa, molte persone di mia conoscenza lo hanno compreso molto dopo, se non altro come idea, altri purtroppo sono rimasti legati a vecchi legami mentali e condizionamenti culturali. Allora, i miei hobbyes, come l'astronomia, l'ufologia, l'ascoltare musica rinscimentale, fare yoga etc. era per i più completamente incomprensibile, i punti di riferimento dei ragazzi di allora erano Jhon Travolta con la Febbre del sabato sera, le discoteche  etc. etc.  E quello che faccio ora, per i più, non è comprensibile, ma spesso, viene poi confermato dai fatti, come la giusta strada da seguire! Non siamo tutti uguali, e guai a chi discrimina chi non è omologabile! Ricordate Matrix, pillola azzurra o pillola rossa. C'è chi sceglie la via più facile, vivere nell'illusione della vita materiale che porta a rinascere vita dopo vita, e chi va oltre, e sceglie la via più difficile, che però porta alla realizzazione spirituale. La vita materiale all'inzio sembra un piacere, poi con il tempo diventa un veleno. La vita spirituale all'inzio sembra un veleno, ma poi diventa un piacere. E voi da che parte state?


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