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Friday, September 20, 2013

Addio al Big Bang. L’universo nato da un buco nero a quattro dimensioni

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Supponiamo di avere un foglio di carta e di disegnarvi sopra un essere umano, ipoteticamente vivo. Questo essere sarà in grado di vivere la propria vita in due dimensioni: l'altezza e la larghezza, in quanto la terza, la profondità, che pure esiste nel nostro mondo, è irrilevante a causa della sottigliezza della carta. In sintesi, sarà un uomo bidimensionale, in un mondo bidimensionale, a sua volta racchiuso all'interno di un universo tridimensionale. Sarà, ovvero, una "brana", una “fetta” di universo che possiede un numero di dimensioni inferiore a quello del più ampio universo di cui fa parte.
Un concetto affascinante che, ora, potrebbe rimettere in discussione la genesi del cosmo. Secondo una nuova teoria, infatti, anche il nostro universo sarebbe una brana di un universo a quattro dimensioni, un'ipotesi supportata da equazioni, sebbene risulti pressoché impossibile da immaginare per l'intelletto umano. Quest'ipotesi, inoltre, andrebbe a cancellare per sempre l'idea del Big Bang, da cui tutto avrebbe avuto inizio.
Secondo i ricercatori del Perimeter Institute in Canada, Razieh Pourhasan, Niayesh Afshordi e Robert Mann, infatti, il Big Bang non sarebbe altro che un "miraggio", un fraintendimento tutto umano di quanto, in realtà, accadde al principio del tutto. Se noi supponiamo infatti la presenza di un universo quadrimensionale, dobbiamo considerare che anche le stelle avranno quattro dimensioni. Ogni stella si comporterà normalmente: nascerà, crescerà, esploderà e, infine, creerà un buco nero. Questo però, sarà diverso dal suo gemello tridimensionale. In quello che fin'ora abbiamo considerato come modello, infatti, il contorno del buco è costitutito dall'orizzonte degli eventi, una superficie sferica che possiede tre dimensioni. In un buco nero quadrimensionale, questo contorno sarà però un'ipersfera, ossia una sfera a quattro dimensioni. Da esso, secondo i ricercatori, potrebbe facilmente emergere una brana a tre dimensioni: il nostro universo, appunto, nient'altro che una "fetta" prodotta da un iperbuco nero.
Come spiegare allora l'espansione dell'universo? Secondo i ricercatori sarebbe soltanto apparente: non più la crescita del cosmo, ma della nostra brana. In questo modo si può spiegare anche l'uniformità dell'universo cancellando una volta per tutte la teoria dell'inflazione, secondo cui, subito dopo il Big Bang, una porzione del cosmo avrebbe subito un'accelerazione inflazionaria, in grado di espanderla e renderla a noi vivibile. Secondo il nuovo modello, invece, la brana avrebbe semplicemente "ereditato" l'uniformità dell'universo quadrimensionale.

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