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Wednesday, March 18, 2015

NASA: un’app per cacciatori di asteroidi non professionisti

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“Più ne scopriamo, più possiamo prevedere se sono pericolosi e agire in anticipo per deviarli leggermente”

D’ora in poi, a dare la caccia agli asteroidi non saranno piu’ solo gli astronomi, ma astrofili e appassionati del cielo, che potranno dare il loro ‘contributo’ grazie ad una app sviluppata dalla Nasa. L’app, chiamata Asteroid Data Hunter, e’ basata su un algoritmo che analizza le immagini di potenziali asteroidi ed e’ stata sviluppata nell’ambito della competizione ‘Asteroid Grand Challenge’, conclusa lo scorso dicembre. In palio 55mila dollari a chi avesse sviluppato algoritmi migliori per identificare asteroidi. L’app della Nasa e’ gratuita e utilizza i dati forniti dai due fra i principali programmi di sorveglianza degli asteroidi a livello internazionale: il Minor Planet Center (MPC) dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, e il Catalina Sky Survey, dell’universita’ dell’Arizona. Il nuovo software (anche se temporaneamente in manutenzione perche’ troppo ‘pesante’) permette di utilizzare il pc per controllare autonomamente e rapidamente le immagini e determinare quali oggetti devono essere monitorati. I risultati sembrano promettenti e si stima che l’app permetta di individuare il 15% in piu’ di asteroidi. I cacciatori di asteroidi potranno cosi’ caricare le immagini realizzate con i loro telescopi, analizzarle con l’app, che permettera’ di verfiicare se l’asteroide esiste, e segnalarle al Minor Planet Center, che poi confermera’ il risultato. Ma perche’ e’ importante scoprire nuovi asteroidi? ”Al momento ne conosciamo 500.000, di cui 12.000 pericolosi per la Terra ed ogni anno si scoprono circa mille nuovi asteroidi”, osserva Ettore Perozzi, responsabile operazioni del centro di coordinamento dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per il monitoraggio degli asteroidi. I sassi cosmici grandi piu’ di un chilometro, che possono fare danni, sono stati scoperti quasi tutti, ha aggiunto,”mentre e’ ancora sconosciuta la maggior parte di quelli piu’ grandi di 100 metri, che possono provocare una catastrofe a livello locale. Per questo piu’ ne scopriamo, piu’ possiamo prevedere se sono pericolosi e agire in anticipo per deviarli leggermente. Dunque – conclude Perozzi – benvenga questa app della Nasa che chiama i cittadini a contribuire”.
 
F.F.
 

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