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Thursday, September 7, 2017

Misteriosi segnali alieni captati dal team di Stephen Hawking: “Contattarli potrebbe essere pericoloso”

Gli impulsi radio captati sono 15 e avrebbero origine in una galassia che dista 3 miliardi di anni luce dalla Terra

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di R.Z.
C’è vita nell’Universo? La maggior parte degli astrofisici risponderebbe con un deciso sì, anche perché sono troppe le galassie e i sistemi planetari che ospitano mondi con caratteristiche potenzialmente idonee a sostenere la vita organica. Riuscire ad individuarne poi un pianeta in cui la vita si è evoluta a tal punto da esser considerata intelligente è tutt’altra storia. Un team di ricercatori guidato dall’astrofisico Stephen Hawking ha tuttavia acceso di nuovo la speranza. Di recente sono stati infatti captati 15 segnali radio di natura misteriosa, e la cui origine viene definita quantomeno controversa. I segnali in questione potrebbero esser stati infatti emessi da una civiltà aliena che dista da noi la bellezza di 3 miliardi di anni luce: un dettaglio non certo trascurabile, che potrebbe significare che la stessa civiltà si è ormai estinta.

Segnali da una civiltà alieva forse estinta

Le onde radio, catturate dal Green Bank Telescope della West Virginia all’interno del Breakthrough Listen Project, finanziato con 100 milioni di dollari dal miliardario russo Yuri Milner, non sono certo la prova schiacciante dell’esistenza di vita intelligente, ma possono generare un certo interesse. “Ci sono solo 30 sorgenti di questi segnali nell’Universo - ha detto Vishal Gajjar, del Berkeley Research Centre - e una sola che si ripete. Dobbiamo studiarla ancora. Ci sono più teorie che fonti di segnali, più domande che risposte. Più studiamo e più troviamo cose strane”. I segnali appena captati possano essere infatti emessi da navicelle spaziali (e quindi civiltà lontane) ma anche da buchi neri o da stelle di neutroni.

Scienziati "ascoltano" 10 miliardi di frequenze

Comunque sia gli impulsi sembrano provenire da una fonte conosciuta come Frb 121102, scoperta nel 2012, e che risiede in una galassia nana. Il risultato è stato possibile non soltanto grazie agli  astrofisici del team di Hawking, ma anche grazie alla collaborazione di ben 9 milioni di volontari sparsi per il mondo che quotidianamente mettono a disposizione i propri computer per dare un aiuto al centro di ricerca nell’esaminare i dati. E’ grazie a loro che i ricercatori riescono a sintonizzarsi su 10 miliardi di frequenze differenti e a tenere “sotto controllo” le 100 galassie più vicine alla Terra.

Extraterrestri pericolosi per la specie umana

Nonostante il grande entusiasmo della comunità scientifica Stephen Hawking si dice da anni, e oggi ancor di più, perplesso per quello che potrebbe accadere nel caso in cui la nostra civiltà venisse a contatto con una razza extraterrestre, magari più evoluta. “Avrebbero per noi - dichiarò Hawking al Sunday Times - lo stesso interesse che noi abbiamo per i batteri, e se ci andasse bene ci tratterebbero come Cristoforo Colombo trattò gli indigeni che incontrò nel nuovo mondo”.

Nell'Universo altra vita intelligente

Hawking, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, ha comunque deciso di dedicare quanto gli resta da vivere alla ricerca di forme di vita intelligenti. Soltanto la nostra Via Lattea contiene dalle 200 alle 400 miliardi di stelle, ed è statisticamente impossibile che la vita si sia sviluppata esclusivamente sulla Terra: se si costruisse un modello in scala della nostra galassia, un modello con un diametro di 130 chilometri, il nostro Sistema Solare occuperebbe appena 2 millimetri di spazio.

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